Fu costruito sulle rovine della Chiesa intitolata alla Madonna del Carmelo o del Carmine. La sua costruzione fu sostenuta dalla pubblica amministrazione e da un gruppo di cittadini benemeriti (la “Società dei Dieci” che sostenne la spesa di 250.000 lire) che volevano dotare Tempio di un teatro stabile tale da collocarla alla pari di altre città dell’isola.
Il 19 luglio 1930 il Carmine, che nel mese di aprile aveva ospitato il tenore Giovanni Manurita, accolse trionfalmente un altro famoso tenore tempiese: Bernardo De Muro.
Negli anni '50 l'apertura di nuove sale cinematografiche e l'avvento della televisione, mettono in crisi il teatro, e la lenta decadenza culmina quando il Carmine viene trasformato, in occasione del Carnevale, in sala da ballo.
Nel 1991 il Teatro Civico, ormai chiuso da alcuni anni, è stato acquistato dal Comune di Tempio che, dopo un processo di accurato e attento restauro sotto l’esperta direzione dell’architetto Luigi Stazza, il 18 ottobre 2001 lo restituisce, in tutto il suo splendore, al pubblico gallurese.
La struttura, che ospita da anni le rappresentazione teatrali del Circuito Teatrale Regionale Sardo organizzate dal Cedac e numerose altre manifestazioni culturali e musicali, è gestita dalla cooperativa "Athena".
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