Italia, qualunque posto negli anni Ottanta. Tre balordi si imbattono in un hotel fuori mano: un rifugio ai confini del mondo. Ma questa non è solo la loro storia. Perché al Bellevue Hotel esistono altri ospiti, respiri o pianti dietro una porta dai numeri consumati, gesti d'amore o di disperazione, voci sussurrate o urla. Nell'intreccio di ciascuna di queste storie le pareti si annullano e le porte si aprono, svelando il filo che lega i destini di tutti gli ospiti.
In questo primo lungometraggio, Panini fa accadere di tutto e di più. E non serve poi molto. Bastano un hotel, poche camere e quindici personaggi. La danza è aperta da tre teppisti che aspettano l'alba in un'albergo, ma non sono soli, perchè subito la loro vita si intreccia alle altre vite chiuse in quelle stanze d'albergo. Le pareti si annullano, le voci, le urla si fondono in un'unico coro di anime. Panini muove le telecamere da un posto all'altro dell'albergo, in realtà le muove attraverso ogni personaggio, affinchè debolezze ed errori diventino sempre più evidenti.
Un lavoro interessante, con un cast che tutto sommato è una sorpresa perchè molti degli attori si cimentano in ruoli a loro non usuali e soprattutto non stereotipati.
Un film onesto, pulito anche quando le storie sono torbide, e soprattutto una chiamata a raccolta per molti dei nostri migliori attori. Ma vale la pena ricordarli tutti: Sergio Albelli, Raoul Bova, Giuseppe Cederna, Massimo De Lorenzo, Corrado Fortuna, Gabriel Garko, Claudia Gerini, Vanessa Incontrada, Rolando Ravello, Claudio Santamaria, Bebo Storti, Alessandro Tiberi, Thomas Trabacchi, Michele Venitucci.
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