Weekend al cinema all'insegna delle grandi firme. Dal 5 gennaio, oltre al discusso "Apocalypto" di Mel Gibson, la Befana porta in sala anche l'atteso ''Casino Royale'', ventunesimo film della serie di James Bond, diretto da Martin Campbell. Tra i grandi film Usa, si ritaglia uno spazio l'italiano ''L'aria salata'' di Massimo Angelini, mentre dalla Danimarca arriva "Il grande capo'' commedia dolceamara di Lars Von Trier.
Apocalypto
Dopo la "Passione di Cristo", Mel Gibson prova a sorprendere con una ricostruzione tanto realistica quanto efferata dell'antica civiltà sudamericana dei Maya tra tradimenti, intrighi di corte, massacri in nome della religione e una tragedia annunciata ovvero il genocidio di un popolo. Il film, che esce in Italia in 300 sale, ha già scatenato polemiche a causa dell'assenza di divieti e di censure. Lo stesso regista ha detto che il suo non è un kolossal adatto a tutti: "Lo ammetto senza ispocrisie - ha spiegato, - in America sono giusti i ilimiti ai diciassettenni".
Casino Royale
Il ventunesimo film della serie 007, diretto da Martin Campbell, è attesissimo non solo per la storia che ripercorre i primi passi di James Bond, ma anche per il nuovo protagonista dall'occhio azzurro e lo sguardo mortale (Daniel Craig). Con lui gli incassi sono ritornati a livelli di eccellenza assoluta. La trama è quella del primo romanzo scritto da Ian Fleming, ovviamente aggiornata nei tempi ma senza inutili stravolgimenti e racconta la mortale partita a carte tra James Bond e il pericoloso Le Chiffre con un sovrappiù sentimentale con la spia Vesper (Eva Green).
L'aria salata
Uno degli esordi più riusciti e applauditi del nuovo cinema italiano firmato da Massimo Angelini, un ex allievo di Nanni Moretti. Interpretato da Giorgio Pasotti e dal collaudato attore teatrale, finalmente scoperto al cinema, Giorgio Colangeli, premiato proprio per l'interpretazione all'ultima Festa di Roma. Colangeli impersona un detenuto di Rebibbia che ritrova, tra le mura del carcere, suo figlio nei panni di un educatore-assistente sociale. Il confronto tra i due uomini, il tema della paternità e quello dell'amicizia intrecciano un racconto in cui tutto è misurato, credibile, appassionante. Costato appena 700 mila euro e prodotto da Donatella Botti è un film consigliato a tutti quelli che credono nella vitalità di quello che un tempo era il neorealismo.
Il grande capo
Il cineasta danese Lars Von Trier, noto per la scuola di ''Dogma'', si dedica per l'occasione addirittura al genere della commedia mettendo in scena, in chiave farsesca, i realistici conflitti del moderno terziario degli impiegati modello. L'arrivo di un inatteso capo-reparto è destinato a fare esplodere gelosie, rivalità, passioni e ignobili sentimenti. Consigliato a chi vuol ridere usando la testa.
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