"Nessuno si sarebbe aspettato di trovarsi davanti a una rottura tanto brusca di 'quell'incantesimo' che si era creato nella Torino industriale dopo la ristrutturazione della Fiat". Lo sottolinea il regista Mimmo Calopresti che firma "La fabbrica dei tedeschi" in programma nella sezione Orizzonti-Eventi alla 65esima Mostra del cinema di Venezia: il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato oggi congratulazioni ufficiali al presidente della Fondazione La Biennale di Venezia Paolo Baratta per l'inserimento nel programma di questo film e di quello di Pietro Balla e Monica Repetto, "ThyssenKrupp Blues".
Entrambi i film parlano del rogo in cui persero la vita sette operai, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007. "Sette morti, la chiusura a tempo indeterminato della fabbrica, famiglie che piangono i defunti, lavoratori senza prospettive - commenta Calopresti -. A oggi non c'è nessuna risposta definitiva alle domande sul perché. Tante volte in questi mesi ci si è chiesto come è successo: se lo sono chiesti i lavoratori dell'acciaieria, le famiglie, la Procura, i sindacati... Un dubbio è apparso perfino nell'alta dirigenza dell'azienda. Perché, in una fase di tale avanzamento tecnologico delle aziende metalmeccaniche e di automazione dei processi produttivi, possono accadere simili incidenti?".
Nella prima parte del film di Calopresti, i protagonisti - Valeria Golino, Monica Guerritore, Luca Lionello, Silvio Orlando, Rosalia Porcaro, Vincenzo Russo, Giuseppe Zeno - interpretano i parenti delle vittime raccontando l'ultimo giorno prima della tragedia. Nella seconda parte, il dramma viene documentato attraverso interviste ai parenti delle vittime e di chi ha vissuto la disgrazia.
“ThyssenKrupp blues”
E' la cronaca di una morte annunciata il lungometraggio di Pietro Balla e Monica Repetto "ThyssenKrupp Blues". "Già nel gennaio 2007 ho saputo che la fabbrica stava per chiudere", ha spiegato ai giornalisti Carlo Marrapodi, il protagonista del film, che non è un attore ma uno degli operai che scamparono alla tragedia della notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 per il semplice fatto di non essere di turno. Emigrato dalla Calabria, Carlo ha 31 anni e il suo numero di matricola al lavoro era 722775. Oggi è uno dei protagonisti alla Mostra del Cinema, ma di certo preferirebbe non essere qui.
"Dopo la notizia della chiusura, iniziarono gli scioperi e venne la cassa integrazione - ha ricordato. - Per sopravvivere ero costretto a chiedere soldi ai miei. La Thyssen mi richiamò in ottobre: trovai uno scenario incredibile, non capivo come in quattro mesi quel posto si fosse trasformato in una stalla. Mentre portavano via impianti, treni di laminazioni, vere e proprie campate, a poche centinaia di metri in 150 operai continuavamo a lavorare in linea. Io ero diventato un rimpiazzo, sostituivo un po' tutti, anche in lavori che non sapevo fare. Per esempio, chi lavorava al finimento si ritrovava magari alla laminazione, lavoravamo con un solo capoturno per tutto lo stabilimento. Eravamo la metà rispetto a prima e l'organizzazione era inesistente. Quel 5 dicembre feci il turno pomeridiano. Ricordo che andai alla linea 5 a parlare con Toni. La tragedia mi è stata comunicata con una telefonata all'alba. Poi hanno chiuso la fabbrica e io, per sopravvivere, sono tornato in Calabria".
"Le riprese del film sono iniziate nel maggio 2007 - ha raccontato la regista Monica Repetto - durante il casting per un documentario sulla vita quotidiana di operai contemporanei. E' così che abbiamo incontrato Carlo, la cui vita sarebbe stata stravolta dalla tragedia del dicembre 2007 in cui morirono 7 suoi colleghi. Quel rogo, divampato sul posto di lavoro, ha cambiato anche il nostro film: un film così non vorremmo raccontarlo mai più".
Fonte: RaiNews24
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