Dopo l’evento del 2 maggio con Giorgio Diritti e quello del 14 maggio con Gabriele Salvatores la XVII edizione del Valsusa Filmfest presenta un terzo ed ultimo prestigioso evento extra con ERRI DE LUCA e GIANMARIA TESTA che il 6 giugno presenteranno al pubblico del Teatro Fassino di Avigliana lo spettacolo “Che storia è questa”. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Avigliana ed è prodotto da Produzioni Fuorivia.
Senza nemmeno essersi incrociati una sola volta, si conoscevano già. Sono stati i libri (dell’uno) e le canzoni (dell’altro) che li hanno avvicinati, che li hanno fatti incontrare. Come se fosse un destino.
Ne è passato di tempo e ora il romanziere-poeta ERRI DE LUCA e il cantautore GIANMARIA TESTA sono veri amici e si danno regolarmente appuntamento sui palcoscenici italiani e del mondo, come pure all’osteria, davanti a del buon vino, la chitarra e i libri sempre a portata di mano.
Proprio a partire da questa amicizia, i due compagni hanno avuto voglia di realizzare qualcosa insieme per il teatro. E’ nato così “Chisciotte e gli invincibili”, spettacolo fortunatissimo, programmato in Italia, Francia, Canada e Spagna, nonché all’origine di ben due DVD (una in Italia con Fandango e l’altro in Francia con Gallimard), ma nato -come dimenticarlo?- attorno a una grande tavola di legno, nella bella cucina di Erri, tra un bicchiere di vino e un pezzo di formaggio.
“Chisciotte e gli invincibili” era -ed è- un omaggio ai sognatori che non si arrendono, a quelli che si fanno coinvolgere, che non sono mai spettatori passivi di quanto accade. A quei seguaci delle cause perse che proprio in quanto tali sono in fin dei conti invincibili. Invincibili, si dice nello spettacolo, sono i migratori, quelli “che attraversano il mondo a piedi per raggiungerci e che non si fanno fermare da nessun campo di prigionia, da nessuna espulsione perché chi va a piedi non può essere fermato”. Invincibili sono gli innamorati, sono i prigionieri, sono i suicidi. Invincibile -dice Erri- “non è chi sempre vince, ma chi mai si fa sbaragliare dalle sconfitte, chi mai rinuncia a battersi di nuovo”.
“Chisciotte” ha girato in Italia per 4 stagioni, poi, come si diceva poco fa, in Francia, in Canada, in Spagna. E’ in qualche modo un’esperienza conclusa. Ma conclusa non è l’affinità di spirito, l’amicizia e così, di tanto in tanto, Erri e Gianmaria si incontrano di nuovo davanti ad altra gente. C’è sempre la chitarra, c’è sempre il vino. E allora sono canzoni e poesie, racconti taglienti come solo Erri sa scrivere e dire, sono temi a entrambi cari: le migrazioni, l’amore, le guerre, la prigionia…., il 900, secolo ormai antico. Spesso finiscono col scambiarsi di ruoli e allora e Erri a cantare (una struggente e asciutta versione di “Lacrime Napulitane”, ad esempio) e Gianmaria a leggere (un “Elogio dei piedi” pungente, profondo, divertente, dello stesso Erri). Non manca un omaggio a Fabrizio De Andrè e alle sue figure di derelitti della strada (“Via del campo”) e a Sergio Endrigo (“Camminando e cantando”). Ogni volta è una storia diversa, un racconto diverso.
Erri de Luca descrive così lo spettacolo: “Raccontiamo il 1900, secolo tragico e visionario, che ha offerto ai suoi contemporanei il cinema e lo sterminio, l’antibiotico e il più vasto sistema carcerario della storia umana. Raccontiamo i viaggi di fortuna nel guscio di battelli sgangherati e il cammino dei piedi nei centimetri dei cortili all’ora d’aria. Ricordiamo la fedeltà di chi non lascia la sua città assediata né la donna amata in gioventù. Cantiamo da soli e insieme, perché le parole navigano meglio sulla lunghezza d’onda delle note di uno spartito a mente. Ballare no, ce ne stiamo seduti, come si conviene agli invitati. Perché salire su un palco è stare da ospiti di persone venute all’ascolto di qualche storia".
Foto di Alex Astegiano