Cinema

Napoli celebra la Giornata della Memoria col film "Die verlorene Zeit,"

Napoli celebra la Giornata della Memoria col film "Die verlorene Zeit,"

Die verlorene Zeit,è il film presentato giovedì 26 giovedì alle 19.00, dal Goethe- Institut Napoli all’Institut Français Napoli, via Crispi, 86, per la Giornata della Memoria. Un cast internazionale, le due attrici tedesche Alice Dwyer e Dagmar Manzel, il divo polacco Mateusz Damiecki e l’attore americano David Rasche per un film ispirato ad una storia vera, che nasce nel 1944 tra gli orrori della Seconda Guerra Mondiale in Polonia. Il film, uscito nelle sale tedesche, lo scorso novembre, è stato presentato in vari festival di cinema, riscuotendo un grande successo di pubblico e di critica. È il racconto di un amore straordinario tra due prigionieri in un campo di concentramento: il polacco Tomasz, prigioniero politico e l’ebrea Hannah Silberstein. I giovani amanti, con una fuga spericolata, riescono a salvarsi dal campo di concentramento, ma il caos degli ultimi giorni della guerra li separa. Dopo più di trent’anni a New York Hannah, felicemente sposata, riconosce Tomasz, creduto morto, in televisione. A quel punto inizia la ricerca dell’amore perduto.
Fondamentale per la regista il contributo degli attori polacchi che, recitando in lingua originale, hanno stravolto i dialoghi conferendo ancora più autenticità alla storia. Anna Justice, stimolata dalla complessità di un racconto di amore e guerra, fin dall’elaborazione della sceneggiatura si è appassionata ad una fedele ricostruzione storica. “Il tema su cui ho incentrato il film mi ha permesso di dedicarmi ad una ricerca storica accurata sull’occupazione tedesca in Polonia, sulla vita nei campi di concentramento, sul collaborazionismo costretto della popolazione civile, sul valore della Resistenza polacca. - sottolinea la regista - Ho potuto così conoscere il coraggio ammirabile di questo popolo. I film tedeschi finora non hanno mai dedicato tanta attenzione a questi aspetti storici. Fin da subito è stata mia intenzione raccontarli intrecciandoli ad una storia d’amore, che nasce in un campo di concentramento, evitando i cliché e la banalizzazione del terrore quotidiano.”