Dopo la proiezione di Nella casa di Ozon che ha ufficialmente aperto il Festival, ieri la III edizione di Rendez vous incontri con il cinema francese ha proposto al pubblico romano quattro pellicole di recente produzione tre delle quali non ancora comprate dalla distribuzione italiana e dunque, almeno per il momento, destinate a rimanere inediti in Italia.
Prima ancora di entrare nel merito dei singoli film programmati, dalle caratteristiche dei quali ogni Festival delinea una propria fisionomia e identità culturale, Rendez Vous si distingue già nel presentare al pubblico delle città italiane nel quale viene programmato delle pellicole purtroppo in maggioranza inedite toccando il tasto dolente della distribuzione italiana oggi sempre meno capace di offrire una programmazione europea.
Il primo film in programmazione Elle s’en va di Emmanuelle Bercot presentato in competizione al festival di Berlino 2013 è stato scritto e pensato per Catherine Deneuve che ci regala lo splendido personaggio di Bettie, una ristoratrice sessantenne, la cui vita di provincia viene movimentata grazie a un non premeditato gesto di ribellione.
La ricerca di un pacchetto di sigarette la conduce suo malgrado ad un viaggio on the road nel quale scopre la solidarietà fra donne, incontra un uomo anziano che le racconta una storia d'amore estrema, fa l'amore con un ragazzo che ha meno della metà dei suoi anni e si riavvicina alla figlia e al nipote finendo a letto col consuocero.
Un racconto intergenerazionale che ci racconta senza retorica di come il cambiamento avviene appena ci apriamo al mondo, meglio, che il cambiamento è aprirsi al mondo.
Emmanuelle Bercot, che oltre la regia firma anche la sceneggiatura a quattro mani con Jérôme Tonnerre, ha la rara capacità squisita di descrivere i personaggi con la cinepresa in una maniera che al cinema italiano manca da troppi anni. Tramite lo sguardo della cinepresa di Bercot non costruisce il racconto ma ne diventa testimone cogliendo ora il dettaglio di un volto, ora lo scambio di una conversazione che vediamo ma non sentiamo, dando l'impressione che quel che accade
si muova di vita propria e non sia organizzato per la ripresa.
Un film cinematografico, che ci ricorda quanto la fotografia (splendida, di Guillaume Schiffman) e il montaggio (fondamentale, di Julien Leloup) siano essenziali alla realizzazione di un racconto che ha la sua forza e la sua vera misura in quel che viene solo accennato e che si svolge altrove in quel prima e dopo quel che il film ci mostra e che costituisce la vita reale dei suoi personaggi.
Un racconto dove la crisi economica (Bettie perde il ristorante per debiti) si coniuga con il tempo che passa (nel suo viaggio Bettie si reca al raduno delle vincitrici come lei di un concorso di bellezza del 69) dove l'amore conosce diverse declinazioni, dal sesso alla seduzione, dalla solidarietà tra donne all'affetto familiare, dall'amore incondizionato (quello de vecchio che le racconta di aver vissuto senza l'amore dopo che la sua ragazza di gioventù morì di tisi a 21 anni) dando visibilità alla vita di chi non è più giovane senza che questo implichi alcuna rinuncia.
Un film che costituisce un raro tassello nel nostro immaginario collettivo per la vita dopo la giovinezza cui i media contemporanei ci obbligano tutti a rimanere.
Un film senza un classico finale, consolatorio o comunque risolutivo, perchè la vita continua anche dopo che il film è finito. Una lezione del nostro neorealismo che Bercot sembra avere imparato molto meglio di tanti registi e registe di casa nostra.
Secondo film della giornata Amitiés sincères di Stéphan Archinard e François Prévot-Leygonie, due autori e registi teatrali che, per il loro debutto cinematografico, hanno scelto di trasporre sul grande schermo la loro pièce omonima andata in scena al Théâtre Édouard VII di Parigi nel 2006.
Il film, uscito in Francia lo scorso 30 gennaio, risente della sua origine teatrale presentando dei personaggi protagonisti, amici di lunga data, costruiti esclusivamente su alcuni topoi: Jacques gay nascosto, intellettuale e politicamente impegnato; Paul autore di romanzi, in crisi, capace di scrivere il suo capolavoro solo quando intesse una storia d'amore con la figlia ventenne di Walter; Walter che non perdona tradimenti e omissioni né al padre né alla ex moglie intransigenza che costringe Paul a nascondergli la sua relazione con la figlia e a Jacque la propria omosessualità.
Questi topoi, nell'essenzialità del racconto teatrale, sono più che sufficienti per evocare biografie e vite vissute ma nell'impianto naturalistico di un film,
non sono sufficienti a sviluppare con sufficiente profondità le questioni importanti che il film sfiora: l'omosessualità vissuta ancora come arma di ricatto (anche politico), e, per questo, sublimata e non agita; la crisi di mezza età del maschio eterosessuale che si rivolge a ragazze ventenni; l'attrazione delle giovani donne per gli uomini maturi e paterni, le cui vite sono tutte messe alla prova dall'intransigenza di Walter.
Un racconto borghese, anche nel suo guardarsi bene dal mettere in discussione lo status quo (e per le bottiglie di vino da 1000 euro l'una che i tre amici consumano nei loro pranzi settimanali nella libreria di Jacque) che deve quasi tutto alla grande prova non solo dei tre attori
protagonisti Jean-Hugues Anglade, Gérard Lanvin e Wladimir Yordanoff, ma anche
di tutti gli altri e le altre interpreti.
Terzo film in programma 20 ans d’ecart la riuscitissima commedia di David Moreau - impostosi sulla scena internazionale nel 2009 con il remake dell’horror di hong kong The Eye, codiretto con Xavier Palud e interpretato da Jessica Alba - che ha sbancato i botteghini francesi e belgi appena lo scorso mese tanto da essere stato comprato per la distribuzione italiana.
Presentato dai curatori del Festival come una commedia i cui personaggi non sono dei cliché 20 ans d’ecart si conferma invece un film nel quale i personaggi sono classicamente basati sugli stereotipi (compresi i parrucchieri gay).
Ambientato sul mondo delle riviste di moda nel quale il tributo camp dell'omosessuale per la donna è un cavallo di troia per mostrare dei personaggi femminili nevrotici e virago vessatrici di uomini, 20 ans d’ecart racconta di Alice, una borghese tutta di un pezzo, divorziata e madre, la quale segue il consiglio di un amico e decide di cambiare look e darsi alla trasgressione per apparire interessante agli occhi del suo capo e non perdere il posto dilavoro. Oggetto della trasgressione è Balthazar uno studente di venti anni conosciuto in aereo col quale Alice si inventa un flirt. La finzione diventa presto realtà e Alice si innamora davvero di lui.
Pur apparendo trita la materia del film si impone sia per la felicità della sceneggiatura che anche quando sfiora i cliché lo fa senza crederci troppo e, almeno in parte, per criticarli e prenderli in giro, sia perchè prende posizione contro il moralismo maschilista che fa di una donna che flirta con un ragazzo più giovane una madre snaturata e dell'uomo che flirta con le ragazze ventenni un uomo di successo.
Pur non avendo velleità di rivendicazioni femminista, senza pretendere di essere qualcosa di diverso da un film di intrattenimento (e non c'è niente di male in questo) 20 ans d’ecart legittima l'amore intergenerazionale in maniera credibile e funziona grazie alla chimica dei corpi dei due protagonisti, l'astro emergente del cinema francese Pierre Nine, il più giovane accolito dell'Académie française, dolcissimo e dagli occhi grandi, e la bravissima Virginie Efira che in sala fa girare la testa a tutti gli uomini, gay compresi.
20 ans d’ecart dimostra come si possa fare un film disimpegnato senza scadere nella volgarità o nelle semplificazioni televisive proponendo un immaginario collettivo sbarazzino ma condivisibile, un film dagli standard purtroppo oggi inimmaginabili per il cinema commerciale nostrano.
Deludente purtroppo il quarto e ultimo film della giornata Une histoire d’amour che cerca di raccontare il rapporto sadomasochista tra il "38esimo uomo più ricco di Francia" e una giovane donna.
Ispirato a un fatto realmente accaduto, tratto dal romanzo dai contenuti violenti Severe, di Régis Jauffret, Une histoire d’amour segna il debutto alla regia dell'attrice Hélène Fillières che confeziona un film algido che non diventa mai davvero racconto, dai dialoghi involontariamente ridicoli (come vuole la carne la signora? - Cruda. Alle puttane piace la carne cruda) mentre la regia è più attenta all'inquadratura che ai personaggi che sembrano apparirvi dentro quasi per caso. L'amore violento tra i due protagonisti non trova fondamento né nella loro psicologia (inesistente), né nell'erotismo (assente). Il cast notevole vede Laetitia Casta, Benoît Poelvoorde e Richard
Bohringer presenziare in un film che oltre al loro talento, spreca anche
l'occasione di fare della storia narrata un racconto interessante, ma
ha almeno il pregio di non essere pretenzioso.
Une histoire d’amour rimane un film non riuscito che non pretende però di essere un capolavoro incompreso e merita tutto il rispetto per l'onestà intellettuale con cui è stato realizzato.
Una giornata intensa che ha visto la sala due del cinema Quattro Fontane gremita di pubblico.
Che l'establishment italiano se ne accorga e riservi al cinema europeo - magari non solo francese - l'attenzione e la visibilità che meritano.
I film
Elle s’en va
Emmanuelle Bercot l FRANCIA, 2013
116’
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Sceneggiatura: Emmanuelle Bercot, Jérôme
Tonnerre
Fotografia: Guillaume Schiffman
Montaggio: Julien Leloup
Cast: Catherine
Deneuve, Nemo Schiffman, Gérard Garouste,
Camille, Claude Gensac, Paul Hamy, Hasfia
Herzi
Produzione: Fidélité Films
World Sales: Elle Driver
Amitiés sincères
Stéphan Archinard, François Prévot-
Leygonie l FRANCIA, 2013 _______________________________________
Sceneggiatura: Stéphan Archinard, François
Prévot-Leygonie, Marie-Pierre Huster
Fotografia: Stephan Massis
Montaggio:
Reynald Bertrand
Musiche: Côme Aguiar
Cast: Jean-Hugues Anglade, Gérard Lanvin,
Wladimir Yordanoff, Zabou Breitman, Ana Girar-
dot
Produzione: WY Productions
World Sales: SND Groupe M6
20 ans d’écart / 20 anni di meno
David Moreau l FRANCIA, 2013 92’
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Sceneggiatura:
Amro Hamzawi e David Moreau
Fotografia:
Amro Hamzawi, David Moreau Montaggio:
Cyril Besnard
Musiche: Guillaume Roussel
Cast: Virginie Efira, Pierre Niney, Charles Ber-
ling, Diana Stewart, François Civil, Gilles Cohen
Produzione: Echo Films World Sales: Euro-
paCorp
Distribuzione italiana: Good Films
Data di uscita: 9 maggio
Une histoire d’amour
Hélène Fillières l FRANCIA, 2012 l 80’ _______________________________________
Sceneggiatura: Hélène Fillières
Fotografia:
Christophe Beaucarne
Montaggio: Philippe
Bourgueil
Musiche: Etienne Daho
Cast:
Benoît Poelvoorde, Laetitia Casta, Richard
Bohringer, Reda Kateb, Herve Sogne
Produzione: Albertine Productions
World Sales: Wild Bunch
Cinema