La seconda edizione del SalinaDocFest, il festival del documentario narrativo ideato e diretto da Giovana Taviani, chiude il concorso internazionale “Fughe e Approdi” all’insegna dell’unanimità.
Il Premio Porche Pubblico di Salina, assegnato dalla giuria popolare, costituita dal pubblico dell’isola, il Premio Tasca d’Almerita, assegnato dalla giuria ufficiale del Festival, presieduta da Curzio Maltese e composta da Luca Bigazzi, Francesco Munzi, Gianfranco Pannone e Alessandro Rais e il Premio Brasile, assegnato da Beth Formaggini, Renata de Almedia e da Leon Cakoff, direttore della Mostra Internacional de Cinema de Sao Paolo, vanno tutti al documentario "Come un uomo sulla terra" di Andrea Segre e Dagmawi Yimer, che racconta le violenze dei contrabbandieri che gestiscono il viaggio dall’Etiopia al Mediterraneo, ma anche e soprattutto le sopraffazioni e le violenze subite dalla polizia libica, responsabile di indiscriminati arresti e disumane deportazioni. Questa la motivazione della giuria ufficiale del concorso internazionale: “I finanziamenti di stato dell’Italia sono usati dal governo libico per costruire prigioni-lager nel deserto, dove da anni la polizia rinchiude, depreda, violenta e tortura migranti africani. Non fosse che per la denuncia di questo scandalo, ignorato del tutto finora dai media e dall’opinione pubblica, "Come un uomo sulla terra" avrebbe meritato una forte segnalazione. All’unanimità la Giuria ha deciso di assegnare il premio a quest’opera necessaria, importante ed emozionante. Nella speranza di poter contribuire a rompere il muro di omertà che molti governi occidentali, in testa l’Italia, sembrano disposti a garantire a Gheddafi, nell’urgenza di stipulare ricchi affari.” Il film, proiettato in questi giorni anche a Roma e a Milano, sarà invitato, in novembre, alla XXXII edizione della Mostra Internacional de Cinema de Sao Paolo. Una menzione speciale va al film "Welcome Bucarest" di Claudio Giovannesi, con la seguente motivazione: ”Welcome Bucarest ha il pregio di uscire dalla trappola di una doppia retorica dominante in Italia sul tema dei migranti. Da un lato il qualunquismo con sfumature razziste della “tolleranza zero”, dall’altro il buonismo di maniera della “tolleranza ad ogni costo”. La storia di un ragazzo italiano e rumeno e del suo rapporto con i compagni di scuola e gli insegnanti non offre facili soluzioni da slogan, non esorta e non deplora, ma fotografa i dubbi, le ambiguità e l’impreparazione del nostro paese nell’affrontare una grande mutazione sociale.”
Info: www.salinadocfest.org
Cinema