Cinema

"Schattenwelt" non convince

"Schattenwelt" non convince

Dopo 22 anni di carcere, l'ex-terrorista Widmer torna in libertà. Era uno dei capi della seconda generazione della RAF, inizialmente nota anche come Banda Baader-Meinhof. Durante un sequestro non riuscito, il suo commando uccise von Seichfeld, direttore di banca, ed uno dei suoi dipendenti ma non si seppe mai chi esplose i colpi mortali. Gli altri componenti del commando sono oggi tutti morti ad eccezione di Marita, in quegli anni anche amante di Widmer. Fuori di galera, l'uomo vorrebbe reintegrarsi nella realtà di un mondo a cui non si è mai abituato e riuscire a ricucire il rapporto con suo figlio Samy. Widmer lo ignora ma la sua vicina, la giovane Valerie, è coinvolta con il suo passato. L'uomo avverte la tensione della ragazza ma non riesce a capirne la ragione. Non ci sono novità rilevanti in questa pellicola tedesca, nè una trama avvincente o una fotografia che possa in qualche modo incuriosire lo spettatore. La scena di nudo iniziale, dove i personaggi delineano immediatamente sè stessi, non basta a risolvere un problema che persisterà per tutta l'ora e mezza di proiezione: la lentezza (inevitabile nel raccontare determinati rapporti) e la mancanza di imput che facciano interessare lo spettatore.