Due amanti, due fidanzate, il triangolo no, non l’avevo considerato. Ovvero come reinterpretare “Match Point” di Woody Allen senza motivo.
Dunque ci sono un lui (Joaquin Phoenix) e due lei (Gwyneth Paltrow e la meno famosa Vinessa Shaw). Le ragazze sono rigorosamente una brava, seria e mora, l’altra schizzata, irresponsabile e bionda, mentre il ragazzo rimbalza con una pallina da ping pong impazzita.
Joaquin Phoenix ha annunciato che questo sarebbe stato il suo ultimo film, perché vorrebbe dedicarsi alla carriera di cantante hip-hop. Avrebbe potuto chiudere diversamente la sua carriera sul grande schermo. Gwyneth Paltrow è così sciapa che va oltre quanto richiesto dal suo personaggio, una ragazza viziata che ha perso la propria dote ma non l’immaturità. Unico cameo positivo che fa respirare un mezzo al grigiore è l’intepretazione di jewishmama di Isabella Rossellini.
I film di James Gray sono ambientati sempre fra New York e New Jersey; raccontano di ebrei immigrati dall'Europa orientale e/o di assassini & poliziotti che, alla fine, muoiono tutti. Almeno sulla prima parte di questa affermazione, la tradizione viene mantenuta: ci si sposta tra Brooklyn e Manhattan, tra palazzoni incroci e il Metropolitan Opera. Purtroppo la grande verità della pellicola è che ci avvicina alla lirica per due motivi: o amore per la musica o amore per una donna/un uomo.
Il film non è stato presentato allo scorso Festival di Venezia bensì a Cannes e non stupisce che sia passato in sordina. Ci si annoia talmente tanto che si potrebbero prevedere molte delle battute del copione.
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