Cinema

Vento di Primavera

Vento di Primavera

L’incombere del Giorno della Memoria provoca nel mondo la necessità di generare moniti. L’Olocausto non deve e non può ritornare, su questo vi è comune accordo.
Ci sono aspetti del passato che in effetti non sono conosciuti e la deportazione degli ebrei di Parigi è rimasto per anni un aspetto poco esplorato dagli storici. Nel libri di storia francesi non vi è mai più di una riga su questo argomento.
Vento di primavera è un ottimo lavoro di ricostruzione su quello squarcio di storia.
Una solida sceneggiatura riesce a generare il sufficiente ponte emotivo tra spettatore e vicenda non andando, però, a violare l’evento storico.
Gli eventi sono stati ricostruiti con perizia di particolari, le scenografie sono reali e perciò inquietanti– tredicimila persone rinchiuse in un velodromo d’inverno lasciano attoniti.
La regia riesce, attraverso un uso sapiente del vedo – non vedo, a mostrare la tragedia per quello che è. Attraverso l’assenza dei virtuosismi della macchina da presa il film risulta asciutto e tremendamente didascalico.
Questo è quello che accade: sarebbe ingiusto edulcorare I fatti per fare piacere allo spettatore. Forse troppi violini ad enfatizzare una situazione drammatica, ma alla fine è quello che si richiede in film del genere.
La regista Rose Bosch riesce a strappare qualche sincera lacrima mettendo in parallelo la vicenda di singole famiglie e le decisioni prese dai capi del governo collaborazionista francese. Qui si innesta l’infermiera protestante Annette Monod (Melanie Laurent) che si trova nel mezzo di questa oscenità e cerca di opporsi allo scempio a cui assiste. La Laurent, nuova promessa del cinema - vista in Inglorious Basterds di Tarantino, ci affascina con I suoi occhioni verdi e la sua bellezza. Fortunatamente sa recitare quel tanto che basta da fare immedesimare lo spettatore. Lei è l’occhio esterno che si trova a narrare la deportazione e la regista, sapendolo, ha concentrato su di lei l’attenzione nella parte centrale del film.
Jean Renò è il nome famoso che permette al film di essere visto. Una piccola parte, la sua, sincermente, sottotono. Ma qualche espressione in più sarebbe stata apprezzata.
Nell’insieme il film può essere definito come l’affresco stupendo di un evento atroce, una pellicola che, spero, entrerà nei classici del genere.