Quattro settimane senza acqua corrente, elettricità e servizi igienici, sul modello dei minatori gallesi del 1927, per vedere che effetto fa. Così hanno vissuto tre famiglie nel reality-esperimento Coal House, in onda sulla BBC gallese e in replica alla BBC 2. E a giudicare dal racconto di una di loro (i Phillips) al Daily Mirror, l’esperienza è stata persino divertente, sebbene enormemente faticosa, oltre che molto utile, tanto che l’idea di ritornare nel XXI secolo e nella loro bella casa di Cowbridge, a Glamorgan, (Galles del Sud) è sembrata a tutti alquanto sconfortante.
PRIVAZIONI - «Mi è piaciuto vivere giorno per giorno – ha confessato mamma Steph – perché non ci si siamo mai dovuti preoccupare di come ci vestivamo e nessuno pretendeva nulla, perché non c’era nulla. Naturalmente, è stato molto duro, anche se abbiamo avuto solo un piccolo assaggio di come doveva essere davvero ottant’anni fa, ma mi è servito a capire che con l’aiuto della famiglia si può fare qualunque cosa». Sul set di Stack Square, a Blaenavon, nessuna modernità era consentita: niente tv, computer, ipod, lavatrici o riscaldamento centralizzato. Ogni casetta aveva giusto una piccola stufa per riscaldare e cucinare e le famiglie si dividevano il piccolo orto, due maiali e qualche gallina, mentre l’acqua veniva tirata su dalla pompa in piazza. Ogni giorno, gli uomini e i ragazzi sopra ai 14 anni andavano a lavorare in una vera miniera di carbone (la Blaentillery N°2, l’ultima ancora in attività in Inghilterra) facendo 4 miglia (poco più di 6 km) a piedi in mezzo alle montagne, mentre le donne mandavano avanti la casa e si occupavano dei figli, ovviamente senza supermercati dietro l’angolo. Persino preparare una tazza di tè era un lavoraccio, visto che bisognava andare fino alla pompa a prendere l’acqua e poi accendere il fuoco. Eppure queste privazioni hanno radicalmente cambiato il modo di concepire la vita della quarantenne Steph Phillips e del marito Richie, un falegname di 33 anni, come pure dei loro 6 figli (Jade, 16 anni; Ryan, 14; Daniel, 8; Katie, 8; Rhodri, 2 e Gwennan, 15 mesi).
SENZA SPRECHI - «Abbiamo imparato che non si deve sprecare nulla, perché tutto serve – ha sottolineato la donna - . Dopo aver pagato l’affitto, siamo rimasti con 2 scellini (paragonabili a 10 pence odierni, ovvero 14 centesimi di euro) e come facesse la gente ad andare avanti, mese dopo mese, è davvero incredibile». Rispetto agli altri suoi compagni di avventura, il signor Phillips era spinto da una motivazione in più: il suo bis bisnonno era, infatti, rimasto ucciso nel disastro minerario di Parc Slip del 1892, nel quale morirono 112 persone. «Aveva la mia età quando se n’è andato – ha raccontato Richie – e ha lasciato la mia bisnonna orfana di padre. Lavorare in miniera mi ha dato un’idea di come deve aver vissuto lui, rischiando la vita ogni giorno per mantenere la sua famiglia. E’ stata una vera sfida, ma sono soddisfatto, perché tornare a casa e mettere sul tavolo quello che hai guadagnato per tua moglie e i tuoi figli è davvero una bella sensazione. Ma direi che l’intera esperienza è stata fenomenale. I ragazzi hanno imparato a non dare nulla per scontato, neanche il cibo e vedere i piatti vuoti dopo ogni pasto era una gioia».
SCUOLA - Anche il figlio Ryan ha seguito il padre nei claustrofobici cunicoli della miniera, guadagnando 10 scellini (50 pence – 0,70 centesimi di euro): «Ha lavorato duramente – ha riconosciuto la madre - ma alla fine era molto fiero di sé e giusto l’altro giorno mi ha fatto vedere i muscoli che gli sono venuti». Gli altri ragazzi si sono, invece, ingegnati a giocare con quello che trovavano: «Usando bastoni e corde, hanno costruito archi e frecce – ha spiegato ancora Steph – e hanno trasformato i sassi in automobiline. Non li ho mai sentiti una sola volta dire che si stavano annoiando o lamentarsi perché non sapevano cosa fare». E la scuola? C’era pure quella, naturalmente alla maniera del 1927, con l’inflessibile maestro, il signor Michaels. «Era davvero severo – ha ammesso il piccolo Daniel – e un giorno ha fatto addirittura piangere Gethin Griffiths». Da domani tutti torneranno alla vecchia vita, ma le tre famiglie non dimenticheranno tanto facilmente quest’ultimo mese: «Adesso siamo più uniti che mai – ha concluso la signora Phillips – e abbiamo passato un sacco di tempo a parlare, cosa che a casa facevamo di rado. E’ stato fantastico. Una parte di me vorrebbe rimanere qui, ma non vedo anche l’ora di mangiarmi un bel biscotto al cioccolato e di fare una doccia!».
Fonte: Il Corriere della Sera