Sarà in Emilia Romagna nei prossimi giorni, per una nutrita serie di recite, Ascanio Celestini, straordinario esponente del nostro teatro di narrazione, per presentare un suo nuovo lavoro dal titolo “Appunti per un film sulla lotta di classe”.
Lo spettacolo, prodotto da “Fabbrica” e dal Teatro Stabile dell’Umbria, insieme a “Fandango” ed all’Associazione Centenario CGIL, condotto dall’autore con la vena di ironia e di surreale comicità che gli è propria, si avvale della presenza in scena dei musicisti Roberto Boarini al violoncello, Gianluca Casadei alla fisarmonica e Matteo D’Agostino alla chitarra, che è anche autore delle musiche.
Col curioso sottotitolo “Non è uno spettacolo, ma proprio quello che dice il titolo!”, questo lavoro di Celestini affronta il tema del lavoro precario, attualissimo nodo problematico dello sviluppo sociale, economico e culturale della nostra società.
E’ stato lo stesso Celestini ad illustrare, sempre a modo suo, le idee dalle quali si è mosso ed il taglio con cui ha inquadrato il complesso argomento.
“È un insieme di appunti che ho incominciato a prendere per una storia della lotta di classe oggi. Una volta le persone che appartenevano alle diverse classi sociali avevano anche culture diverse. Il ricco suonava Mozart, il povero ballava il saltarello. Oggi è possibile che sentano entrambi De André o D’Alessio; oggi la differenza è solo nei soldi. Così ho incominciato a raccogliere storie per capire cosa è rimasto della coscienza e dell’identità nell’appartenenza a una classe e mi è sembrato che in particolare nel lavoro precario si aprisse una vera voragine. Ci sono certi operatori del call center che stanno al telefono con la stessa crisi della presenza che attraversa uno che se ne va al funerale di suo fratello. Vanno a lavoro come si va a visitare una città bombardata. Rispondono al telefono, ma sono anestetizzati, colpiti dall’azzeramento che l’istituzione opera su di loro come una divinità antica e feroce che li rende ombre. Eppure ci vanno con leggerezza perché spesso manco lo considerano un lavoro, ma solo una maniera per racimolare qualche soldo. Denaro che non è mai abbastanza per uscire dalla povertà, così i più anziani si devono arrangiare a fare altri lavori e lavoretti. Invece i più giovani restano inchiodati alla casa di mamma e papà in un limbo che non li fa stare più nella tarda adolescenza liceale, ma non ancora nella maturità dell’adulto che si fa una vita autonoma. Ma per uscire dal mondo delle ombre bisogna imparare ad attraversarle. E uno che impara a oltrepassare le ombre può attraversare anche i muri di cemento armato. Attraversare i muri delle zecche, che fanno bene a chiamarle zecche perché servono a succhiare il sangue alla gente. Può attraversare i parlamenti dove tutti smetteranno di parlare. Una guardia cercherà di fermarlo, ma lui attraverserà pure quella guardia con tutta la sua divisa. La guardia che dirà che ‘non vale! Questa è magia’. E lui gli risponderà che non è magia, è lotta di classe”.
Queste le tappe del suo tour in regione:
16 gennaio Faenza, Teatro Masini
17-20 gennaio Bologna, Arena del Sole
24 gennaio Bagnolo in Piano (RE), Teatro Gonzaga
25 gennaio Parma, Teatro Al Parco
26 gennaio Collecchio (PR), Teatro Alla Corte
31 marzo Forlì, Teatro Fabbri
Il 18 gennaio, presso il Teatro San Martino, ci sarà, inoltre, un incontro con Celestini, ad ingresso gratuito (ore 10,30).
Info: 051 224671
www.ascaniocelestini.it
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