Teatro

Duello italiano tra il Bolshoj e il Mariinskij

Duello italiano tra il Bolshoj e il Mariinskij

Mosca contro Pietroburgo. Bolshoj contro Mariinskij. Confronto ravvicinato in campo neutro. Cioè a casa nostra. A maggio le due grandi compagnie di danza russe, fra le migliori del mondo, si succedono nel giro di pochi giorni sui nostri palcoscenici. A incominciare è il Bolshoj. L'8 maggio è agli Arcimboldi di Milano, ospite della Scala, e alla Bicocca rimane sino al 13 con due programmi. Poi dal 15 al 18 al Valli di Reggio Emilia, ecco il Mariinskij, il Kirov dei tempi sovietici, anche qui con due programmi. Il testa a testa si diluisce poi nel corso dell'anno. Perché dal 18 luglio il Mariinskij è a Cagliari con il Lago dei cigni. A dicembre il Bolshoj dovrebbe essere al Regio di Torino con diversi programmi. In maggio 2008 il Mariinskij dovrebbe tornare fra Modena e Parma. Due grandi compagnie, due storie e una eterna rivalità. Nessuno dei direttori del ballo, Machar Vaziev a Pietroburgo, Aleksej Ratmanskij a Mosca, ammetterà la competizione: «Essi fanno il loro lavoro noi il nostro, siamo due compagnie molto diverse», taglia corto Ratmanskij. Ma è chiaro, invidie e ripicche ci sono. Tradizionalmente Mosca porta via ballerine a Pietroburgo. Nei tempi sovietici Galina Ulanova e Marina Semionova, oggi la splendida Svetlana Zacharova, e, a mezzo servizio, Diana Vishniova che compare a Mosca come artista ospite. Il Kirov si tiene strette le sue Ulijana Lopatkina e Darija Pavlenko e una schiera sgargiante di giovani prossime stelle. Oltre dieci anni fa con la fine del regime sovietico e il venir meno dei fondi statali la vita si era fatta difficile per entrambe le compagnie. Ne sono venute fuori bene. In modi diversi. È lontano il 1996, quando il Bolshoj si lanciava in una fallimentare tournée a Las Vegas nel regno del gioco d'azzardo sperando invano di allontanare il pubblico dalle slot machines con le piume dei suoi cigni. Altrettanto lontani i periodi di torbidi di Mosca e Piter quando al Nord il direttore di lungo corso Oleg Vinogradov veniva allontanato accusato di corruzione, mentre a Mosca si succedevano molti direttori nel giro di pochi anni. Dal 2004 il balletto del Bolshoj è solidamente diretto da Ratmanskij che è anche coreografo (una tradizione moscovita) e che si è rivelato nel 2003 con la riedizione del Limpido ruscello all'insegna del retrò sovietico. Ha riportato in vita cioè un balletto di Shostakovich degli Anni 30 ambientato in un ridente kolchoz della Russia meridionale, una commedia degli equivoci, con scambi di amanti notturni, Poi l'anno successivo ha posto mano all'altro balletto di Shostakovich, il Bullone, dimostando di saper maneggiare con grande abilità i linguaggi narrativi della tradizione russa e sovietica. Recentemente ha chiamato a Mosca John Neumeier, Twyla Tharp e Christopher Wheeldon. Ora sta lavorando a un nuovo allestimento del Corsaro cercando di far rivivere al massimo possibile l'edizione originale di fine 800. Passi falsi? Scarso successo hanno avuto le riscritture dei due balletti di Prokofiev affidate a giovani forze russe. Jurij Possochov per Cenerentola e Radu Poklitaru per Romeo e Giulietta. A Milano il Bolshoj presenta dall'8 al 10 La fille du Pharaon sontuoso ballettone ottocentesco di Marius Petipa ricostruito da Pierre Lacotte con due superstelle protagoniste, Zacharova e Nikolaj Ciskaridze. Poi dall'11 al 13 ecco il Limpido ruscello. A Pietroburgo, anche se nessuno lo ammetterà mai, si sente ingombrante la presenza di un superdirettore d'orchestra come Valerij Gergiev. I direttori non amano la danza. La critica inglese non ha mancato di rilevare come nella tournée della scorsa estate Gergiev abbia diretto la versione danzata della Sinfonia di Leningrado di Shostakovich senza mai buttare un occhio in palcoscenico, giusto per vedere a che punto erano i ballerini rispetto alla musica. In questi dieci anni, anche Machar Vaziev ha messo a segno alcuni buoni colpi. Le nuove versioni di Bella Addormentata e Bajadera hanno trionfato a Londra, Parigi e New York. Sono entrati in repertorio i grandi capolavori di Balanchine. E poi ecco i ragazzi del Mariinskij dimostrare che il modernissimo William Forsythe in realtà è un classico. Non a caso il 17 e il 18, a Reggio Emilia, porteranno un super programma Forsythe: Steptext, In the Middle, Somewhat Elevated, Aproximate Sonata e The Vertiginous Thrill of Exactitude. Da non perdere.