Alcuni ragazzini danno un calcio a un pallone, poi entra Emir Kusturica, si unisce a loro, capelli scarmigliati come sempre e barba incolta. Siamo dietro le quinte dell'Opera Bastille, Parigi. Lui, si sa, è il regista, quei ragazzini sono gli attori. Anzi, parte di essi. Niente ciak, non si gira, piuttosto si canta e si danza. Si prova Il tempo dei gitani versione musical: il film premiato per la regia a Cannes 1989 diventa uno spettacolo per il teatro parigino. Appuntamento il prossimo 29 giugno. Con quella che il regista ha definito "un'opera punk".
Kusturica porta dunque in scena l'universo poetico e onirico di uno dei suoi film più belli. La storia di Perhan, figlio naturale di una zingara, il cui sogno è tanto semplice quanto irrealizzabile: diventare ricco, ed essere felice. Il suo distacco dalla famiglia, dalla nonna che lo ha cresciuto, e la sua discesa negli abissi della corruzione. Perhan perde tutto, illusioni e innocenza, la spensieratezza del villaggio rom in cui è cresciuto, anche l'amore della bella Azra.
A Parigi si prova la scena del banchetto di matrimonio. Sul palco arrivano una folla di zingari, un giocoliere, i musicisti che si trascinano violini e contrabbassi. Poi, la festa si trasforma in tragedia. "Le influenze del film sono molte", dice il regista, e basta una scena per accorgersene, per entrare immediatamente nel mondo sfrenato, visionario, folle e grottesco che fa lo stile e la forza di Kusturica.
Quanto all'adattamento per il teatro, "non ha dato nessun problema - dice il regista - all'inizio avevo paura di perdermi ma poi è andato tutto bene. Lavorare qui, all'Opera Bastille, è una grande soddisfazione e una sorpresa per tutti. Mi sento a casa sulla scena, perché il mondo astratto del teatro mi è più vicino del cinema".
L'opera nasce da un'idea di Marc di Domenico, produttore della No Smoking Orchestra, il gruppo tecno-rock-gitano di cui lo stesso Kusturica è bassista dal 1986, che nel 1998 ha composto la colonna sonora di un altro suo film Gatto nero, gatto bianco. Il progetto è piaciuto al direttore dell'Opera Bastille, Gerard Mortier. La band affiancherà, nel parterre, un'orchestra sinfonica, in un mix di musica gitana, punk e lirica.
Nelle vesti dei protagonisti, i due giovanissimi Stevan Andjelkovic e Milica Todorovic. Sette le voci principali, undici le secondarie. Tutti cantano in lingua gitana. E dei suoi attori Kusturica è soddisfattissimo, "fiero di aver scovato delle perle rare, che come tutte le perle rare, si trovano solo nei villaggi e non nelle grandi città".
Teatro