Teatro

IMPRESSIONISTI E POSTIMPRESSIONISTI. Capolavori dell'IsraelMuseum di Gerusalemme

IMPRESSIONISTI E POSTIMPRESSIONISTI. Capolavori dell'IsraelMuseum di Gerusalemme

Il Mart di Rovereto è un luogo irripetibile, un luogo che cambia pelle in continuazione, moltiplicando gli interessi e gli sguardi. La strategia del Mart è precisa: in autunno una finestra su altre collezioni, prima della mostra invernale prodotta dal museo (quest'anno sarà “Il secolo del jazz”, dal 15 novembre al 15 febbraio). Così dopo la Phillips Collection di Washington (che ha portato in Italia “Il pranzo dei canottieri” di Renoir, celebrato dall'avvincente romanzo di Susan Vreeland “La vita moderna”) e la raccolta della Osterreichische Galerie Belvedere di Vienna, ecco ora impressionisti e post-impressionisti dell'Israel Museum di Gerusalemme, che per la prima volta escono da Israele. Il percorso si apre con “Armonia”, una scultura di Maillol, e con Pissarro, l'unico presente di origini ebree, con numerose immagini di paesaggi e città. Poi Renoir (i suoi ritratti moderni fra due sculture e un paesaggio), Rodin (l'espressionismo della materia: la bianca “Eva” e la nera “Ombra”), Sisley e Guillaumin (la pittura, l'acqua e soprattutto i cieli nuvolosi). In questa sezione anche Childe Hassam con “Sole d'estate” del 1892; l'esponente più rappresentativo dell'impressionismo statunitense subisce il fascino di Monet dopo un soggiorno a Parigi tra il 1886 e il 1889: le sue tele si imbevono di luce intensa, prevalgono pennellate frammentate in piccoli tocchi, come in questo tema ricorrente, figure femminili assorte nella lettura. Si prosegue con Monet (luce e colore della natura), Cezanne (precursore della vita moderna; inusuali i volumi e le linee delle sue “Case a Vaugirard”, 1880), Rodin e Degas, scultura e disegno: del primo sono esposte sculture create in preparazione di notissime opere, del secondo la scultura “Donna seduta che si asciuga il fianco sinistro”. E ancora il pointillisme, le pennellate simili a tessere di mosaico, sperimentazioni di colore a seguito delle ricerche della scienza sulla fisiologia dell'occhio; i fauves e lo scandalo del 1905 al Salone d'autunno per l'uso violento e soggettivo del colore; Gauguin e la nascita del simbolismo, per chiudere con Bernard: il suo “Ritratto di Marie Lemasson” ha i contorni marcati, la figura è monumentale e ricorda l'arte medioevale nella posa frontale ed iconica. E' l'alba di un nuovo secolo. Dietro molte delle opere storie di espropri in epoca nazista e di restituzioni e la generosità di privati che ha permesso di creare una simile raccolta. Il catalogo contiene ampie ed esaurienti schede per ogni opera. L'allestimento ha pannelli introduttivi che conducono anche il visitatore meno esperto all'interno dei movimenti pittorici in modo chiaro ed esaustivo, didattico. Piacevole, riposante ed arioso l'allestimento: pavimento in parquet chiarissimo, pareti bianche e carta da zucchero nella splendida struttura architettonica di Mario Botta. Uscendo è possibile passare, fino al 16 novembre, dalla leggerezza degli impressionisti ad altri paesaggi, altri ritratti, altri temi, quelli della contemporaneità (“Eurasia, dissolvenze geografiche dell'arte” - leggi la recensione nel sito). Oppure godere un momento di relax tra il fornitissimo bookshop e la caffetteria. Rovereto (TN), fino al 06 gennaio 2009, aperta da martedì a domenica dalle 10 alle 18 (lunedì chiuso), venerdì chiusura posticipata alle 21, ingresso euro 10,00, catalogo Skira, infoline 800.397760, 0464.438887, sito internet www.mart.trento.it