Teatro

Teatro, musica e cinema: sette giorni di sciopero

Teatro, musica e cinema: sette giorni di sciopero

Sipari abbassati, cinema sbarrati, auditorium senza musica. L'estate dello spettacolo si aprirà con un solo titolo in cartellone , «Sciopero!», atto unico firmato da tutti gli autori italiani. Per sette giorni, a cavallo fra giugno e luglio, la serrata sarà generale e la Siae sospenderà ogni permesso di utilizzazione delle opere bloccando di fatto ogni evento. Si concretizzerà così, con un gesto clamoroso, la protesta del popolo dell'intrattenimento che vuole risvegliare l'attenzione del governo sul diritto d'autore «minacciato nel nome del libero accesso alla cultura». «E' un principio di democrazia - avverte Nicola Piovani, compositore da Oscar per Fellini e Benigni - non un'iniziativa corporativa di un manipolo di ricchi». L'iniziativa è stata annunciata nell'ambito del primo "Copyright Summit" che ha chiamato a raccolta Bruxelles le oltre 200 Società d'autore del globo. L'industria dello spettacolo denuncia i pericoli che mettono in forse il suo futuro, soprattutto i nuovi media che rendendo facilmente piratabili i prodotti dell'ingegno. Il nemico numero uno, la «Morte Nera» degli artisti, è il downloading. «Si ritiene che ogni utilizzo di contenuti artistici debba essere gratuito - accusa il presidente Siae Giorgio Assumma - e l'industria tecnologica ricava enormi profitti proprio dalla diffusione dei contenuti culturali e artistici. Incitando allo "scaricamento" selvaggio si espropria e si deprime il settore». Per difendere le ragioni della categoria gli autori sono sfilati numerosi nella capitale europea, guidati dal premio Oscar Vittorio Storaro, e dagli autori radiotelevisivi Biagio Proietti e Carla Vistarini. «E' un problema che va affrontato a livello europeo - insiste Piovani - mi preoccupa che passi il concetto che chi ruba l'opera di un autore, in realtà non ha rubato nulla». Mentre da molte parti si contesta il ruolo stesso della Siae, accusata di non essere al passo con i tempi, con gli autori si schiera il commissario Ue all'educazione, Jan Figel, convinto che «la cultura non sia è un lusso e deve ricevere una attenzione particolare dalle istituzioni europee». Da Milano, il Presidente della Fimi (Federazione Industria Musicale Italiana), Enzo Mazza, dice di capire i promessi scioperanti ed evoca il rischio di «un inevitabile declino dell'Italia come potenza della creatività». Assumma cavalca la rivolta, anche se ieri ha sbandierato un ritorno anticipato a Roma per scongiurarla. «I danni di una settimana senza spettacoli - ha avvertito - sarebbero troppi». Chiaro che c'è spazio per trattare e che lo sciopero annunciato è un primo passo per attirare l'attenzione su un problema reale.