Le sale riconsegnate dall'Areonautica militare ospitano la collezione di artisti anni '80, ispirata al sisma campano, donata da Lucio Amelio.
Le sale del piano nobile della Reggia di Caserta, restituite lo scorso gennaio dall'Areonautica militare, acquisiscono ora vita nuova: come promesso ospitano la collezione Terrae Motus di Lucio Amelio, pure se nella sua versione provvisoria. Le opere degli artisti internazionali che Amelio ha voluto si esprimessero sul tema del terremoto, della tragedia che ha colpito nel 1980 in particolare la Campania, trovano qui la loro nuova casa. Queste sale permettono l'esposizione di tutte le 72 opere (al momento alcune devono essere restaurate ed è previsto un restauro a vista) in maniera permanente, dando voce proprio al desiderio di Lucio Amelio, gallerista e soprattutto uomo che ha stimolato una 'rivoluzione' nell'arte e a Napoli. Lasciano così le altre sale della Reggia, dove solo alcune erano esposte e trovano qui temporanea collocazione, in attesa della definitiva che avverrà dopo lavori di restauro della struttura che saranno completati in almeno due anni.
Si possono quindi ammirare, i quadri, le installazioni che, anche se disposte in modo un po' compresso, si presentano proprio come in un cantiere aperto e insieme riflettono, esprimono, declinano artisticamente la profonda trasformazione che il sisma degli anni '80 ha rappresentato nell'immaginario di gran parte degli artisti internazionali di quella epoca. Tutte queste opere messe insieme raccontano un esemplare momento, rarissimo, di collezione ispirata a una condivisione tematica, legata, appunto, alla tragedia naturale. Si può vedere Fate presto di Andy Warhol - opera ispirata al giornale Il Mattino del 26 novembre '80 - Mimmo Palladino con il suo Re uccisi al decadere della forza, che è stato collocato al posto dello schermo della sala che prima era un cinema, o Sussulto di Mario Schifani, Annunciazione Terrae Motus di Pistoletto, L'ombra che trema di Barcelò, La credenza di Gianni Pisani, Apollo e Dafne di Bruno di Bello, Terremoto in Palazzo di Joseph Beuys, Terrae Motus di Mario Merz. Un susseguirsi di emozioni e di rimandi che trovano una cifra diversa per esprimere e lasciar spazio a tipi differenti di interpretazioni.
Questo allestimento provvisorio è una risposta, in certo qual senso una provocazione, un modo per rilanciare la Reggia di Caserta. Tutti elementi che il direttore Mauro Felicori sente profondamente. Un modo per rispondere con il Fare e Fare pure presto, proprio seguendo il suggerimento di Warhol, a dare segnali di vitalità, di rilancio appunto. Non lasciare vuote le sale appena riconsegnate lo scorso gennaio, per dare valore a questa azione e creare anche una nuova immagine alla Reggia. Un'azione che può creare nuovi indotti, nuovi interessi di turisti.
Così come l'idea abbracciata da Felicori non è solo fare, ma sostenere altri nel far fare: in questa direzione la collaborazione con l'Università Sun, che si occuperà di creare delle "didascalie parlanti". Oppure l'apertura a progetti, ovviamente coerenti con gli spazi della Reggia, autofinanziati che volessero utilizzare questo luogo. "Vorrei che la Reggia - sottolienea Felicori - diventasse per tutti un'occasione. Io ho un'dea di Reggia aperta. Ad esempio in questi spazi saranno proposte serate di musica degli stessi anni '80, curate con il sostegno di artisti dei conservatori, grazie al contributo della docente Rosalba Vestini. Il punto è che l'istituzione fa ma aiuta anche a fare: non dobbiamo fare tutto noi. Così lo spazio di 7mila metri quadri ospiteranno non solo Terrae Motus, ma esposizioni, congressi".
La collezione poi spera di conservare il suo originario valore di stimolo di cultura, anche a livello internazionale, e così, nel periodo in cui saranno predisposti i lavori dei luoghi, le opere saranno esposte in giro per il mondo, soprattutto all'Est: al momento è prevista una mostra a San Pietroburgo, e poi si spera a Tokyo e in Cina. Interventi in cui si intende stimolare altri artisti internazionali su un tema, appunto come il terremoto, nel suo valore reale e simbolico, in particolare in Giappone. E così ospitare nuove opere internazionali.
Ovviamente l'intento è quello di contribuire concretamente al rilancio del famoso sito casertano e della stessa città di Caserta, che può nascere dalla creazione di sinergie reali con istituzioni locali e nazionali in politiche del turismo. Parola chiave, quest'ultima, attorno alla quale va costruita una rete che renda effetto concreto la dimensione che al momento è una immensa potenzialità (questa mostra potrebbe, secondo le stime del direttore, portare altri 100mila turisti, potrebbe contribuire ad accogliere turisti stanziali e non mordi e fuggi, effettivamente riuscendo a far quadrare i conti delle spese ordinarie, creare lavoro nell'indotto per molti).
Il nuovo allestimento è promosso dalla Reggia di Caserta con il supporto della Regione Campania, tramite Scabec e Fondazione Donnaregina, della Camera di Commercio, Industria, Agricoltura e Artigianato di Caserta, della Confindustria di Caserta e di Ferrarelle.
La collezione è aperta tutti i giorni tranne il martedì dalle 09.30 alle 17.30 e si accede dal percorso del piano nobile, senza costi aggiuntivi sul biglietto.