Bravi sono bravi, fanno vibrare le tavole del palco del Teatro Smeraldo di Milano a colpi di “zapateados”, il timbro ritmico provocato dai colpi del tallone tipici del flamenco, hanno la passionalità e l’energia caratteristica di questa danza spagnola conosciuta in tutto il mondo. Sono giovani, belli e mostrano i loro corpi apollinei, suscitando l’ammirazione ovviamente del pubblico femminile. Anche gli spettatori di sesso maschile, rimangono visibilmente colpiti dai loro muscoli guizzanti e dall’agilità delle loro gambe, dimostrando che ballare fa proprio bene al fisico.
Sono i sette “Hermanos”, noti ormai in tutto il mondo con il loro nome di battesimo “Los Vivancos”, che l’altra sera hanno danzato senza sosta per più di un’ora e mezza al Teatro Smeraldo di Milano, dove rimarranno fino al 2 maggio per la gioia di quanti amano il flamenco, ma anche di quanti vogliono passare una serata all’insegna dell’adrenalina pura. Durante lo spettacolo i sette fratelli spagnoli, dei quali il più noto al pubblico italiano è Cristo per avere partecipato ad una edizione di “Amici” ed essere stato beniamino della temuta insegnante di danza classica Alessandra Cementano, dimostrano di saper fare veramente di tutto.
Flamenco a parte, la cui tecnica è stata loro tramandata dal padre grande danzatore, azzardano anche audaci contaminazioni con la danza classica, che dimostra di conoscere soprattutto Cristo per i suoi studi accademici, ma anche con il funky e la break dance quando si esibiscono nei movimenti atletici del “Freeze” o dell’ ”Air chair” facendo ruotare la testa o la schiena sul pavimento. O quando ancora, come degli atleti circensi, compiono salti mortali a corpo libero incontrandosi con agilità sospesi nell’aria.
Oltre a muoversi, sanno anche suonare, ognuno uno strumento diverso, imbracciano la chitarra come se fosse un’arma, si sfidano a colpi di sassofono e violoncello come dei guerrieri della notte, sfoderano l’archetto del violino come una spada e dimostrano di avere conoscenza della musica classica quando suonano e danzano la celebre “Toccata e fuga in re minore di Bach “ o il “Capriccio n.24” di Paganini.
Il problema però è che la loro rimane una pura esibizione virtuosistica, una dimostrazione atletica di corpi danzanti che sembrano più proiettati verso l’autocompiacimento reciproco che la comunicazione con il pubblico. Il tutto condito da una buona dose di “machismo” che può piacere e non piacere. Le dieci coreografie presentate, tutte elaborate dagli stessi fratelli, forse avrebbero bisogno di un “fil rouge”, di un legame che solo l’occhio più distaccato di un coreografo e di un regista riuscirebbe a creare. Manca insomma quella magia teatrale che in questo show viene suggerita solo da un sapiente ma nello stesso tempo spiazzante gioco di luci da concerto rock.
Quando scelgono la line più poetica, nel numero in cui la cantante entra in scena e interagisce con loro cantando una passionale canzone d’amore, il risultato è più convincente. I momenti di danza di gruppo sono sicuramente più efficaci ed esaltanti degli assolo.
“Los Vivancos” hanno tutte le carte in regola per essere le nuove stelle del flamenco moderno, ma dovrebbero a nostro parere trovare una strada diversa che possa valorizzare meglio il loro temperamento artistico e la loro creatività, abbandonando un po’ quell’aria da play boy di cui non hanno certo bisogno.
Visto il
20-04-2010
al
Smeraldo
di Milano
(MI)