Comico
D'ORA IN POI - COME SAREBBE SE FOSSE DIVERSO?

Paolo Rossi - Babygang ce la mettono tutta ma...

Paolo Rossi - Babygang ce la mettono tutta ma...
Dopo aver visto “D'ora in poi – Come sarebbe se fosse diverso?” ci si pone la domanda: era meglio prima o adesso? Il prima sta per non essere ancora andati a teatro e aver visto Paolo Rossi insieme alla sua Babygang, giovane compagnia di volenterosi attori e attrici, impegnati con notevole sforzo nel convincere il pubblico, della bontà del prodotto. Adesso? Qui stiamo parlando del presente, dello stato d'animo, del giudizio scaturito dalla visione e ascolto, di una interminabile sequela di azioni sceniche frammentate tra loro, di sforzi ginnici, acrobatici, di parole dette e urlate. Insomma una girandola vorticosa dove al centro ruota un certo Max Stella, il protagonista: Paolo Rossi, tanto per intenderci. Il prologo sulla ribalta è forse il momento più accattivante di tutto lo spettacolo, ma non fa parte del copione, bensì un fatto reale. Lo stesso comico mette al corrente di una sua vicissitudine giudiziaria, spiegando di aver ricevuto diffide e ingiunzioni da parte del suo ex manager, per nulla d'accordo sulla decisione del suo ex cliente di recitare. La finzione teatrale diventa realtà, dai contorni anche paradossali, ma tant'è che il pubblico si schiera dalla parte della compagnia e del suo capocomico, regalando loro un sincero applauso. Poi tocca alla bara formato bonsai dove dentro sta accucciato il Max Stella, poeta cieco, dalle sembianze di un clochard, dedito all'alcol, suo fedele compagno di scorribande, impegnato a morire una volta sì e una volta no ma come la fenice sorge sempre dalle ceneri. Intorno a lui, in effetti di scorribande se ne vedono molte. I giovani sono tutti bravi e sostengono alla perfezione un testo a dire la verità, un po' sconclusionato senza arte né parte. Manca una drammaturgia di fondo capace di dare senso all'operazione. Pare di assistere più ad un canovaccio da commedia dell'arte che ad una scrittura teatrale vera e propria. Doti registiche indubbie da parte dell'autrice Carolina De La Calle Casanova, sicuramente più a suo agio nel creare l'azione scenica. Paolo Rossi di suo offre tutto il suo bagaglio comico surreale e istrionico, gioca con il linguaggio e dimostra una vis comica ancora in auge. Lo sforzo è notevole, ma alla fine si resta ancora dubbiosi. Era meglio prima o adesso?
Visto il 05-11-2009