L’ultimo frutto della collaborazione fra Mozart e Da Ponte non contrappone più ceti, sessi e generazioni come nelle Nozze di Figaro, né un individuo ribelle contro l’intera società come Don Giovanni. Così fan tutte (1790) si concentra sulla scoperta di sé, su inconscio, illusioni, morale, ragione e natura. I travestimenti e gli scambi di coppia orchestrati dal filosofo Don Alfonso mettono a nudo l’anima, i desideri e i sentimenti di Dorabella, Fiordiligi, Guglielmo e Ferrando. Smascherare l’infedeltà femminile non pare che un pretesto, tanto più che della trama è complice la cameriera Despina, scaltra voce di natura che difende il diritto delle donne al piacere. Tuttavia, quando si ricompone lo status quo affermando che è bene farsi guidare dalla ragione e saper ridere di «quel che suole altrui far piangere» nulla potrà essere più come prima. La commedia ha un finale ambiguo come il suo svolgimento: trionfa il cinismo del filosofo, ma a caro prezzo e l’eros s’intreccia al pathos.