E’ una riscrittura dissacrante e incredibilmente ironica quella di Emilio Isgrò, che rovescia ogni stereotipo sull’epopea a partire da Ulisse, antieroe multiforme, “scassato” e modernissimo, intrappolato in un viaggio senza fine né inizio. Non è possibile orientarsi, infatti, in questo “mare” dopo l’inganno di Eolo con il suo otre da cui sono fuoriusciti tutti i venti del mondo come i mali dal vaso di Pandora. E’ un pelago senza tempo, battuto da un vento “digitale” che estende i confini del mito fino al nostro tempo ed oltre a ricordarci che il classico non appartiene al passato quanto piuttosto al futuro.
Attorno al protagonista si agita un bizzarro e inquietante coro di “nani”, in cui non è difficile riconoscere un’umanità ridotta ai minimi termini. Di tanto in tanto fugaci apparizioni spettrali: Penelope, Nausica, Circe e Polifemo sotto forma di sogni, incubi o allucinazioni arrivano da lontano a visitare/torturare Ulisse, riscrivendo la loro storia, senza censure.
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Autore:
Emilio Isgrò
Regia:
Giorgio Sangati
Protagonista:
Luciano Roman
Produzione:
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Durata:
120 minuti
Numera atti:
2
Anno di produzione:
2024
Con Clara Bocchino, Francesca Cercola, Eleonora Fardella, Francesca Fedeli, Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco
installazione scenica: Emilio Isgrò
progettazione scenica: Claudio Lucchesi
costumi: Eleonora Rossi
disegno luci: Luigi Biondi
musiche: Giovanni Frison
cura del movimento: Norman Quaglierini
aiuto regia: Angela Carrano
assistente ai costumi tirocinante: Beatrice Bongiovanni, allieva del Corso di Sartoria Teatrale dell’Accademia Teatro alla Scala