Vaslav Nijinsky (1890 - 1950) è stato un coreografo avvenirista e rivoluzionario, personaggio tra i più incensati, detestati e discussi del suo tempo.
Nell'inverno 1918 - 19, proprio nel momento in cui stava sprofondando nelle tenebre della pazzia, redasse un testo caotico e febbrile, scritto in russo e in polacco, in cui convergono ricordi, reali o immaginari, considerazioni filosofiche, politiche e letterarie: un magma incandescente di irresistibile fascino. Pubblicato molti anni dopo, più volte riproposto in versioni più o meno "rivedute" e censurate, questo testo (impropriamente chiamato "Diario") appare ora (e certamente non per la prima volta) sulle scene, con la smisurata ambizione di rendere tangibile e toccante la tragica solitudine del protagonista, la sua grandiosa espansività, il carattere profondamente ingenuo, inscindibilmente legato a una natura selvaggia e quasi ferina, un impasto contraddittorio e divino, legato alla mitologia dell'artista e al suo calvario.
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Regia:
Michele Suozzo
Autore:
Michele Suozzo dai diari di Nijinsky