Abbiamo poco tempo. Più aggiorniamo, “rapidizziamo” e miglioriamo i nostri mezzi di comunicazione (e-mail, fax, cellulari, ecc.), più il tempo a nostra disposizione ci sembra insufficiente. Lo spettacolo è un viaggio nelle comunicazioni frenetiche, sentimentali, isteriche, deliranti, appassionate di alcune persone con poco tempo.
Amicizie, gravidanze, approcci, pubbliche relazioni, fidanzamenti, party, affari, funerali, sesso… tutto viene affrontato dai nostri protagonisti rigorosamente al telefono.
Storie incrociate di persone perennemente in contatto tra loro, incapaci di uscire dalla propria casa-alveo, di vedersi, di incontrare anche se stessi. E ognuno si prodiga ipocritamente per gli altri. Una P.R. spinge perché due timidi e introversi si mettano insieme: Riccardo e Giulia; i due si contattano, si sciolgono e rifioriscono, e sempre telefonicamente cominciano a fare sesso sfrenato, ma dopo poco, come in tutte le coppie, arriva il calo del desiderio, i silenzi; si lasciano…senza essersi visti mai. Una ragazza sta diventando mamma grazie ad una provetta; tenera e disperata riesce a risalire al donatore: l’uomo rimane inchiodato davanti al computer, poi entra in una fase di incuriosimento-commozione, ma rimane sempre combattuto; si arriva fino al parto e allo svezzamento ma il neo-padre ha sempre talmente tanto da fare da non poter incontrare mai la madre di sua figlia.
Lo spettacolo, tratto da un cult-movie multipremiato di grande vocazione teatrale, è un ritratto di gruppo esilarante e inquietante, con tutti i personaggi sempre in scena e in contatto tra loro, non senza momenti musicali, in un delirio che ci appartiene ogni giorno di più.
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