Scannasurice è il testo che nel 1982 segnò il debutto di Enzo Moscato come autore e interprete. Ambientato dopo il terremoto del 1980 a Napoli, è una sorta di discesa agli inferi di un personaggio dall’identità androgina nell’ipogeo napoletano dove abita all’interno di una stamberga, tra gli elementi più arcani della napoletanità.
In compagnia dei topi, metafora dei napoletani stessi, e dei fantasmi delle leggende metropolitane partenopee, tra spazzatura e oggetti simbolo della sua condizione, va alla ricerca di un’identità smarrita dentro le macerie della storia e della sua quotidianità. Il personaggio fa la vita, batte. È, originariamente, un femminiello dei Quartieri Spagnoli di Napoli, una creatura quasi mitologica, che va oltre l’identità sessuale.
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