Un’affiatata squadra di servitori si ritrova all’improvviso a contendersi l’inaspettata eredità del defunto paron, e il piccolo paradiso in cui ognuno riusciva ad approfittare delle ricchezze della casa entra in crisi. Il maggiordomo Tita, nominato unico erede, diventa subito centro dei sospetti e dell’ostilità degli altri servitori: la lotta intorno alla ricchezza è un gioco senza esclusione di colpi, in cui si mente, si tradisce, senza potersi più fidareresistere al cambiamento in tutti i modi possibili: alle relazioni si preferisce il gioco dei ruoli, al di nessuno! Per i nove personaggi si tratta di confronto la logica del “noi contro di loro”, alla sincerità il non detto. Scritto da Gino Rocca nel 1928 in lingua veneta, lo spettacolo è un dramma abilmente nascosto tra le righe di una perfetta macchina comica, una commedia feroce,lucida e terribilmente divertente.
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