
“Itaca…il viaggio” è un intenso monologo a due voci, quella del suo interprete, Lino Guanciale e quella della fisarmonica di Davide Cavuti, che firma le musiche e la regia.
È una storia personale e collettiva, a tratti intima e autobiografica: Lino Guanciale ci conduce per mano in un viaggio che, partendo dal mito di Ulisse, attraversa la sua esperienza individuale e professionale, ma anche la storia comune, di tutti.
Ulisse è infatti il punto di partenza di questo viaggio, è il simbolo stesso del viaggio: la sua innata curiosità è una caratteristica che appartiene un po’ a tutti gli esseri umani ed è anche il motore alla base di ogni percorso di crescita, ricerca e conoscenza. Guanciale compie un’esplorazione relazionale, emotiva e intellettiva coinvolgente e di forte impatto, che fonde con garbo ed eleganza immagini, pensieri, riflessioni, letture, ispirazioni, appunti di vita e musica.
Il mare e la vita: protagonisti dello spettacolo
Protagonista assoluto dello spettacolo è il mare, elemento sempre presente, denominatore comune di tutti i “luoghi” letterari toccati dal viaggio esistenziale e collettivo in cui ci ha condotto Lino Guanciale.
Come afferma il regista, Davide Cavuti, in questo viaggio ci sono “il mare e la vita: la libertà e la speranza, la voglia di ricominciare, la pace tra i popoli con l’incanto degli occhi sulla storia”.
Questo viaggio, simile a quello dell’eroe omerico Ulisse, inizia con la celebre poesia “Itaca” del poeta greco-cipriota Costantino Kavafis e attraversa le vite, le storie di celebri scrittori, personaggi del teatro e del cinema come Pascoli, D’Annunzio, Joyce, Gadda e Totò - per citarne alcuni, che sono stati ispirazione e guida nel personale viaggio esistenziale di Guanciale e che lo hanno portato a intraprendere la professione dell’attore.
Il celebre attore accompagna gli spettatori tra gli illustri versi di Dante e le malinconiche parole di Pasolini de “Il pianto della scavatrice”, per poi approdare alla struggente poesia di Pablo Neruda “Notte dell’isola”. Guanciale, talentuoso e generoso autore e interprete, ha la rara capacità di muoversi con disinvoltura e una leggerezza calviniana tra i classici della letteratura, alternando sapientemente passaggi tratti da opere letterarie, teatrali, cinematografiche e musicali a ricordi e aneddoti della sua vita personale e note di colore e costume, come gli ironici aforismi di Ennio Flaiano – autore un po’sottovalutato, sebbene sia un fine e acuto intellettuale, personalità eclettica e complessa, definito da Guanciale la sua personale guida teatrale, o gli sproloqui di Peppino Amato, produttore del celebre Federico Fellini.

Il vero viaggio di scoperta è avere nuovi occhi
Lino Guanciale è un Ulisse contemporaneo con un obiettivo finale, una “missione” che va ben oltre lo spettacolo teatrale: far comprendere quanto sia prezioso e importante il valore della conoscenza, quanto la cultura sia un bene di prima necessità - il sapere rende liberi, ci fornisce gli strumenti per comprendere e interpretare il mondo.
La poesia, l’arte, la letteratura fanno bene all’anima, elevano lo spirito e rendono la vita degna di essere vissuta. Parafrasando Marcel Proust, l'unico vero viaggio verso la scoperta non consiste nella ricerca di nuovi paesaggi, ma nell'avere nuovi occhi e la cultura, la conoscenza il sapere ci permettono proprio questo, di avere nuovi occhi, ci regalano nuove prospettive e punti di vista.
“Solo l’amare, solo il conoscere conta, non l’aver amato, non l’aver conosciuto” (P. P. Pasolini)