Lirica
TOSCA

Un Cavaradossi di corsa e un direttore promettente per la "Tosca" di Luca Orsini

Un Cavaradossi di corsa e un direttore promettente per la "Tosca" di Luca Orsini
© J. Diego Bianchi-Kiwi/Teatro Verdi di Pisa

Son cose che possono capitare in teatro. Per questa Tosca pucciniana in ampia coproduzione, che dopo le recite a Lucca, Livorno e Pisa approda in quel di Ravenna, era previsto il tenore Vincenzo Costanzo. Il quale ahinoi nel corso dell'ultima recita in riva d'Arno si è infortunato; non rimediandosi l'accaduto a distanza di giorni, non può indossare i panni di Cavaradossi al Teatro Alighieri. 

Trovare all'ultimo momento un sostituto, impresa ardua. Per fortuna Matteo Lippi sta provando Un ballo in maschera nella non lontana Bologna, ed il Comunale gli accorda una breve licenza per esibirsi al suo posto - dopo un indispensabile ma brevissimo briefing con il resto del cast – con risultati encomiabili, peraltro, viste le circostanze eccezionali. Il cantante genovese si è calato infatti speditamente nella parte del pittore, cantando con voce calda, generosa e limpida, atteggiamento lirico e privo di platealità, disinvolto in scena come se conoscesse a fondo la regia. Chapeau!

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Una drammaturgia coerente e rispettosa

Regia che dobbiamo a Luca Orsini: intelligentemente elaborata, coerente e fluida, ossequiosa nei confronti di libretto e partitura. Vive anche di piccole annotazioni, come quando il Sagrestano risistema sull'altare della Madonna i ceri lasciati a terra da Angelotti. Così come molto pertinenti ed esemplari sono i costumi primo '800 di Rosanna Monti

Ci permettiamo solo due piccole osservazioni. Il bell'impianto scenografico di Giacomo Andrico – all'inizio, una fusione di architetture classiche e barocche –  rende benissimo Sant'Andrea, ci può stare ad incorniciare Palazzo Farnese, ma strangola gli ariosi spalti di Castel Sant'Angelo. La seconda: Il Te Deum è un po' troppo affollato, al punto da riuscire statico, ed è tutto un deja-vu. E come spesso capita di vedere, gremito all'inverosimile di prelati mitrati in pompa magna, neanche fossimo a San Pietro. Il libretto parla d'un solo cardinale.

La componente musicale trova un ottimo motore nell'efficiente Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, ma soprattutto nella bacchetta di Henry Kennedy, perfezionatasi alla Riccardo Muti Italian Opera Academy. Il giovanissimo direttore inglese ne trae un suono accurato, solido e flessuoso al tempo stesso, dalla timbrica quasi di seta, con soffuso ed elegante fraseggiare; prende con libertà i segni d'espressione le indicazioni agogiche, con una elasticità che offre fascinosi rubato, e tempi che indugiano dilatandosi senza che ne soffra l'incedere narrativo. Se queste sono le premesse, un maestro da tenerci stretto.

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La scenica scienza di Tosca

«Con scenica scienza io saprei la movenza», sussurra Tosca all'amante prima della fatale esecuzione.

Dovrebbe magari osservarla cotal scienza anche Devid Cecconi, che ci pone davanti ad uno Scarpia cantato con voce attraente e ben timbrata, oltre che prodiga di volume; ma ben poco recitato, con frasi scandite tutte eguali, con neutralità semantica, senza dare giusto peso e significato alla singola parola. 

Procede in crescendo la Tosca di Marily Santoro: un po' impacciata nel primo atto, prende il volo dei due atti seguenti. Ha voce interessante, di bel colore, messa in luce da una condotta musicale più che sicura, ed un certo temperamento: però il personaggio richiederebbe un maggior pathos, quel fuoco che divora dal di dentro, quella febbrile passionalità, che in lei restano ancora in secondo piano. Insomma, le premesse ci sono, ma una sua vera Floria è di là da venire.

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Lo scaccino e i poliziotti

Nicolò Ceriani raffigura un arguto Sagrestano, senza cedere ad inopportuni cachinni. Le figure di contorno ci sono, ma non spiccano particolarmente. Sono Omar Cepparolli (Angelotti), Alfonso Zambuto (Spoletta), Paolo Breda Bulgherini (Sciarrone), Dalia Spinelli (il pastorello). In scena, un proliferare di cori : il Coro Arché guidato da Marco Bargagna è integrato dal Coro di Voci Bianche Puccini 100, formato da ragazzi di istituti pisani e lucchesi preparati da Angelica Ditaranto e Niccolò Bartolini.
 

Visto il 28-03-2025
al Alighieri di Ravenna (RA)