Danza

Davide Bombana: “Creare danza oggi è un atto di coraggio”

Davide Bombana
Davide Bombana

"La danza non deve diventare un prodotto digitale, cresce e vive nel rapporto con il pubblico”. Ad affermarlo è Davide Bombana, coreografo internazionale alla guida del corpo di ballo del teatro Massimo di Palermo.

Fare creazione di danza oggi è un atto di coraggio. Il modo di lavorare in epoca post Covid è totalmente inedito e soggetto a regole difficili da gestire. Ma la danza non deve diventare un prodotto digitale, cresce e vive nel rapporto con il pubblico”. Ad affermarlo è Davide Bombana, coreografo internazionale alla guida del corpo di ballo del Teatro Massimo di Palermo

L’incarico è iniziato un mese fa, dopo la proroga del contratto a causa dell’emergenza sanitaria. La prima visione d’insieme della sua nuova creazione Ripar-Tänze è di appena tre giorni fa. Lavorare con le restrizioni a piccoli gruppi rallenta il processo di costruzione.

Davide Bombana (ph. Rosellina Garbo)


Ripar-Tänze, il 2 agosto (ore 21,10) al Teatro di Verdura nell’ambito del festival  “Sotto una nuova luce”, dà il titolo ad una grande serata di danza che ospita non solo la sua creazione in prima assoluta ma anche i passi a due di ballerini ospiti, fra cui gli scaligeri Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko, Martina Arduino e Marco Agostino.
 

Davide Bombana, qual è il senso del suo nuovo lavoro e quale l’ispirazione?
Ripar-Tänze”è il gioco di parole formato da tänze, in tedesco danze, e ripartenza. E’ un lavoro che coglie la sfida di trasformare le limitazioni in occasioni che generino nuove idee. E’ una composizione per trenta danzatori sulla Cavatina e sulla Grossa Fuga di Beethoven, una creazione complessa da realizzare sia musicalmente sia coreograficamente. Ospite straordinario in scena l’étoile Marco Pierin che leggerà “Le pantere” di Rainer Maria Rilke, un testo che è alla base del mio concetto drammaturgico: il risveglio dopo la cattività. L’ispirazione è nata nei mesi di lockdown vedendo tanti giovani costretti in casa a esercitarsi in camera o in salotto.

Animali in gabbia che tornano a vivere in libertà?
Non proprio. In Ripar-Tänze non si toccano mai, vivono il desiderio di condivisione umana senza potersi sfiorare.  Questa è la loro forza, la pulsione verso la libertà. Creature solitarie, come risvegliandosi da un letargo, sono accomunate e rese simili dalla disperata ricerca e bisogno dell'altro ma allo stesso tempo non arrivano, seppur desiderandolo fortemente, ad instaurare un rapporto o  punto di contatto. La loro è una danza furiosa di solitudine.

Ripar-Tänze - prove (ph. Rosellina Garbo)


La sua creazione rappresenta la seconda parte della serata. E la prima?
La prima parte dello spettacolo vede una sfilata di passi a due tratti dal repertorio classico e contemporaneo: da Romeo e Giulietta di  Kenneth MacMillan, da Caravaggio di Mauro Bigonzetti da Goldberg Variations di Heinz Spoerli ai primi ballerini ospiti del teatro alla Scala. A seguire un mio passo a due maschile, “Cantus”, su musica di Arvo Pärt (In memory of Benjamin Britten) eseguito da Alessandro Cascioli ed Emilio Barone.

Lei ha lavorato sia all’estero che in Italia, quali le esperienze più significative?
La formazione alla scuola del teatro alla Scala e l’attività nel corpo di ballo. Il lavoro, dal 1986 al 1998 con il Bayerische Staatsballett come primo ballerino e poi coreografo. La realizzazione delle parti danzate del Concerto di Capodanno di Vienna in diverse edizioni e la creazione di alcuni ruoli per Eleonora Abbagnato. Infine l’esperienza di direttore della compagnia fiorentina Maggio Danza dove, fra i lavori in prima assoluta, ho creato per il 62° Maggio Musicale Fiorentino, “Teorema” tratto dal libro di Pasolini. La danza si muove su molteplici terreni e fonti di riflessione.

Ripar-Tänze - prove (ph. Rosellina Garbo)


Come vive il ruolo di direttore del ballo di un ente lirico?
E’ un grande onore per me aver ricevuto questo incarico e anche un’enorme responsabilità. Soprattutto nel momento difficile e precario che sta vivendo ora il teatro. Ma  questa è la sfida di tutti, indipendentemente dal tipo di compagnia dobbiamo agire uniti perché la danza non ne soffra. Lezioni online e spettacoli in tv hanno mantenuto vivi l’interesse e la passione, ma il nostro scopo è danzare davanti al pubblico: tornare ad animare i palcoscenici. Più di ogni altra cosa oggi ci vuole il coraggio di reinventarsi e trovare nuove idee di lavoro.

Come si lavora sul distanziamento?
E’ stato difficile. Ho lavorato con sette, otto danzatori per volta. Le lezioni occupavano tutta la giornata, suddivise in quattro al giorno con sanificazione ogni volta. Lo spazio per le prove era serale. Ma i danzatori hanno reagito con grande energia e in modo addirittura viscerale. Il mio obiettivo è valorizzarli, metterne in evidenza le qualità, farli fiorire trovando il repertorio più adatto a loro. Siamo solo all’inizio ma questa sfida per me è un atto d’amore per la danza.
 

Qui il link per la diretta streaming: 2 agosto, ore 21,10 sulla WebTV del Teatro Massimo di Palermo.