Glauco Mauri e Roberto Sturno portano sul palcoscenico la “comica follia” di personaggi resi grotteschi nello specchio deformante della realtà. Con Pirandello mettono in scena una “pochade” in una Roma invischiata negli scandali e nella corruzione politica, e sviluppano con ironia il tema a lui sempre caro del divario tra ciò che siamo e ciò che gli altri pensano di noi.