Danza e recitazione per un racconto senza tempo ispirato alla vita del carcere femminile.
All’interno di una prigione vivono le protagoniste di questa storia, liberamente ispirata al film "Nella Città, l’inferno" di Pietro Castellani.
Assassine, fattucchiere, adultere e ladre seriali provenienti da tutta Italia e realmente esistite nelle pagine di cronaca nera dagli anni 40 a oggi sono costrette a occupare un ristrettissimo spazio vitale: una cella di 2m x2m. Quando una ragazza innocente verrà sbattuta dentro per uno sbaglio, le detenute - come delle voci interiori - la condurranno a poco a poco verso la vita disperata della galera, segnando così il suo destino, non potendo capire la possibilità stessa dell’innocenza. Eccetto che sono donne. Sono donne anche loro. Hanno amato, e ameranno. Hanno un corpo o l’hanno avuto. Questa è una storia che ha il sapore della realtà e il suo compito è quello di indagarne strettamente la causa: il debito d’amore, la nostra più grande ferita.
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