Dopo il debutto avignonese l’Inferno a firma di Romeo Castellucci e della Socìetas Raffaello Sanzio ricostruisce l’atmosfera della prima cantica all’interno del Teatro Comunale di Modena. Una folla di attori e comparse invade la scena, sono i dannati che, lontani dal sentirsi una comunità, lottano nella solitudine di una condizione che nello smarrimento vede la chiave del proprio agire. Un buio profondo invade la platea creando un disorientamento che è lo stesso che atterrisce e paralizza anche Dante costretto così a doversi perdere nel buio. Virgilio infatti lo spinge, anziché a seguire lo spiraglio di luce che potrebbe condurlo fuori dalla selva, ad entrare maggiormente nelle tenebre. In questa stanza nera dove non si vede nulla, si può immaginare di tutto: oscurità, confusione e crisi rappresentano la condizione dell’artista nelle prime fasi della creazione. Un Inferno, quello di Castellucci, dove la gente e le relazioni umane che ne scaturiscono vivono della nostalgia per la vita.
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Regia:
Romeo Castellucci
Autore:
Liberamente ispirato alla Divina Commedia di Dante Alighieri