Nello spettacolo L'esausto o il profondo azzurro, come ci racconta Lorenzo Gleijeses, volevo esplorare questo "universo" di Beckett senza doverne per forza mettere in scena un testo unico, né dovendo usare unicamente le sue parole. Le sue immagini mi bastano.
La mia attenzione è stata attratta soprattutto dalla produzione finale dell'autore irlandese, in cui il delirio dell'isolamento causa una proliferazione di invenzioni mentali: immagini, voci, presenze, ricordi. Nella scrittura di Beckett vedo dileguarsi il confine che separa il soggetto dall' esterno e così la mia aspirazione era che lo spazio scenico diventasse spazio dell'interiorità, ma, allo stesso tempo, rappresentazione di un semplice interno: la stanza dell'esausto.
Queste sono alcune delle idee che hanno portato alla nascita de L'esausto o il profondo azzurro al cui centro ci vivono l'esausto e la sua ombra che sono, come Vladimiro ed Estragone, parte dello stesso ego: percepisco nelle figure che Manolo Muoio ed io p
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Regia:
JULIA VARLEY (ODIN TEATRET)
Autore:
Lorenzo Gleijeses