Una storia di donna. Questa donna non ha nome, Ha un'identità che si spande e si diffonde nella solitudine di un femminile che non fa della solitudine fierezza, baldanza, indipendenza, ma timore di inadeguatezza e di bruttezza. La nostra cultura che "fa pantano e feta", spruzza sulla donna non legata a un uomo un sentore di umido scantinato condannato alla muffa. Come se poi, essere "legati" fosse il massimo della vita! E la donna, in corsa da secoli verso più ampi orizzonti, rimane azzoppata in questa trappola malefica e frena la corsa. Senza un uomo come si fa?!? E' triste, è brutto, ci vuole un umo ci vuole l'amore…ahé, è na parola! E addo' sta? Intato gli anni passano e il vuoto intorno, anzi interno, dilaga. E allora va bene "qualunque" (sintesi di chiunque e qualunque cosa): un turzo, un arrogante, un pagliaccio, un rimorchio, un'altra trappola pur di arginarlo, quel maledetto vuoto. Pure sesso brutale, spinto a darsi male, ma quale amore?
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Regia:
Antonio Capuano
Autore:
da un racconto di Francesco Prisco