Moralismo religioso e vincoli familiari, alcolismo e suicidio sono alcuni tra gli elementi di fondo che in Káťa Kabanová di Leoš Janáček si mescolano per dare vita a una storia straordinariamente potente. Willy Decker la ambienta in un passato indeterminato ma non troppo lontano, in un mondo claustrofobico di lana nera e gessato. Le scene e i costumi - netti e in gran parte monocromatici - di Wolfgang Gussmann rispecchiano l'oppressione dei personaggi imprigionati in una sola stanza, di legno, grigia, scarsamente arredata, a volte aperta per rivelare il cielo che però è sempre oltre, fuori portata. Il tema del volo, della fuga è vitale per l'opera in sé ed è reso ancora più esplicito nella produzione di Decker con un preciso segno: Káťa è ossessionata dagli uccelli e trascorre gran parte dello spettacolo cercando invano di appendere alla parete l'immagine di un uccello in volo, un simbolo della libertà che desidera, ma che non potrà mai avere.