Il “Sogno di una notte di mezza estate” è visto qui attraverso gli occhi di un bambino, un bambino confuso che si fa domande sull’immagine e sul senso dell’amore adulto così come lo rappresenta Shakespeare. I personaggi, nella raccolta di monologhi “I, Shakespeare” (“I, Malvolio”, “I, Banquo”, “I, Caliban”, “I, Peaseblossom”), combinano la missione di dire la storia del loro testo con una chiave che appartiene lucidamente alla riflessione delle figure e degli scenari contemporanei. A testimoniare che Tim Crouch è, sì, autore, attore e regista odierno di teatro, e di cultura performativa, ma è anche, come pochi, un professore shakespeariano.
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