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PEASEBLOSSOM (DAL “SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE”) (TIM CROUCH A PEZZI)

Sono nudo e non so le parole

Sono nudo e non so le parole

Scritti nell'arco di tre anni, commissionati dal Festival di Brighton, i monologhi I, Caliban, I, Peaseblossom e I, Banquo, raccontano la trama dei testi shakespeariani da cui sono tratti - rispettivamente Macbeth, A Midsummer Night's Dream e The Tempest - dal punto di vista di un loro personaggio minore, portati in scena dal loro stesso autore, Tim Crouch, che ha ricevuto diversi premi non solo come drammaturgo ma anche come interprete.

Nel caso di I, Peaseblossom (t.l Fiordipisello) il protagonista è uno dei folletti servitori di Titania, la regina dei folletti (fairy in inglese, a differenza della lingua italiana, non ha una connotazione di genere)  e nel testo shakespeariano ha una sola battuta (Sono prontoa! Atto III scena prima) ma, essendo presente a quasi tutta, l'azione può raccontarla come testimone.

Questa posizione marginale di Peaseblossom permette a Crouch di ri-raccontare la complessa e intricata vicenda del testo originale filtrandola attraverso gli occhi innocenti del giovane folletto (che si disgusta del matrimonio quanto del sesso).

Il punto di vista innocente e bambinesco è rafforzato dal fatto che questi atti unici sono stati espressamente pensati per un pubblico di giovanissimi e giovanissime dove l'intento precipuo non è quello didattico di raccontare testi importanti della letteratura teatrale nazionale ma di permettere anche a questa fascia di pubblico in erba di apprezzare alcuni dei tesori (inter)nazionali del loro teatro.


Questa impronta di teatro per l'adolescenza perde i suoi connotati in un paese come l'Italia non tanto per aver programmato due dei tre testi in una rassegna di drammaturgia inglese contemporanea ma per l'inesistenza di una drammaturgia italiana pre e post adolescenziale le cui opere per bambini e bambine raramente vanno al di là delle solite fiabe stereotipate.

Il  teatro Inglese ha all'occhiello invece diversi testi capolavoro scritti  appositamente per un pubblico sotto i 18 anni (uno di questi testi Moonfleece di Philip Ridley è stato già portato in scena in Italia, sempre al teatro Belli, due stagioni fa).

I, Peaseblossom non presume la conoscenza della trama della commedia originale e questo permette a Crouch di rielaborare il testo e la lingua di Shakespeare con una certa autonomia, mantenendo il tono fantastico e onirico originali.

La piéce prende il via il mattino dopo le celebrazioni nuziali con cui la commedia di Shakespeare si chiude, attraverso il racconto di Peaseblossom mediato da cinque sogni (C'è un leone che non è un leone. Un muro che parla e la luna scende con un cane e tutti si stanno uccidendo ma non c'è sangue, e io sono in una commedia, ma non so le parole. Sono nudo e non so le parole!) dalla riflessione continua su cosa significa fare teatro ed essere a teatro e con l'aiuto della platea cui il folletto fa ricorso per far interpretare alcuni dei personaggi. Uno spettacolo che deve molto alle capacità di improvvisazione del suo autore/interprete.

I, peaseblossom non poteva trovare migliore interprete italiano di Matteo Angius che nel primo studio allestito per Tred dall'Accademia degli Artefatti di Fabrizio Arcuri  si cuce addosso un Peaseblossom perfetto, dolce e ingenuo, asessuato e sensuale, affabulatore e capace di coinvolgere e contenere il pubblico giocando con la malizia del testo in un ammiccamento che solo la sua grande sensibilità interpretativa gli permette di navigare a vista in un un testo caotico.

Angius/Peasbleossom ci regala un'ora di divertimento intellingente durante la quale veniamo invitati e invitate a riflettere sul destino e sull'amore, sugli intrighi e sul sesso, mentre ci racconta di alcuni sogni dentro a un sogno e il fare teatrale avvine non solo dinanzi il pubblico in un teatro che ha ormai da tempo cancellato la quarta parete ma avviene suo stesso tramite dando alla parola giocare un significato affine a quella che ha nella ligua inglese (dove play oltre a giocare significa anche recitare e suonare).

Un sorprendente primo studio già praticamente concluso e pronto, secondo tassello - assieme a Banquo - della nuova proposta di ricerca di Arcuri su Crouch, autore che la compagnia ha già frequentato in passato, per il 2013.

Un altro splendido fiore all'occhiello per L'accademia degli artefatti (e per Matteo Angius) un altro riuscito spettacolo  di questa edizione di Trend.

Visto il 09-04-2013
al Belli di Roma (RM)