“Della mia infanzia non ho ricordi felici”, scrive Édouard Louis all’inizio del suo romanzo Il caso Eddy Bellegueule.
Qui a tué mon père è la storia della scoperta che il padre dell’autore, violento e introverso durante la sua infanzia, era "un’altra persona, una volta". Seguendo le tracce di quest’altra persona nella sua memoria, spesso scoperta "per caso, o da altri", Édouard Louis riduce progressivamente una distanza che la parola sembra rendere insormontabile.
Qui a tué mon père è un tentativo di comprensione delle forze sociali e politiche che plasmano e trasformano le biografie di coloro ai quali la società non dà spazio. Queste forze non solo influiscono sulla costruzione di una personalità, deformandola attraverso divieti e norme di classe e di genere, ma agiscono anche sui corpi, distruggendoli e condannandoli a una morte precoce.
Dall'adattamento teatrale di Storia della violenza, Thomas Ostermeier ha portato avanti un dialogo fruttuoso con Édouard Louis. Sul palco, collegando l’immagine alla parola e il corpo al testo, Louis e Ostermeier esplorano insieme la relazione tra queste decisioni politiche, percepite come astratte solo per coloro che non ne sono colpiti, e le conseguenze concrete che ne conseguono per le vittime di queste decisioni, vittime oltremodo invisibili.
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Autore:
Édouard Louis
Protagonista:
Édouard Louis
Regia:
Thomas Ostermeier
Produzione:
Schaubühne Berlino, Théâtre de la Ville Parigi
Durata:
80 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2020