«Robinson parte all’avventura come turista definitivo e archetipo dell’occidente colonizzatore, ma è soprattutto la sua inquietudine che lo fa naufragare in un paesaggio senza umani – racconta Michele Di Stefano (co-fondatore della compagnia di danza insieme a Biagio Caravano) – La sua strategia di sopravvivenza si predispone allo sgretolamento dei propri limiti e progetti, causato dalla mancanza di quel termine di paragone che fonda e giustifica ogni figura: un’altra figura, chiunque, un non-io. La sua vera reinvenzione avviene attraverso l’incontro con l’altro da sé. Essere corpo solo in quanto vicino, di fronte, accanto ad un altro corpo. Il nostro Robinson scavalca dunque la progettualità amministratrice conferitagli da Defoe ed entra contraddittoriamente nella zona di metamorfosi dell’individuo di fronte alla possibilità dell’innocenza originaria, come accade nel romanzo di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico, punto di partenza testuale di questa indagine».
Leggi tutto
Leggi di meno
Regia:
coreografia Michele Di Stefano