Lo spettacolo prende lo spunto da tematiche e personaggi del teatro inglese contemporaneo, per elaborare in circa un'ora di spettacolo una riflessione su "possibili" storie femminili di madri e mogli abbandonate, che definire "a solo" potrebbe esser riduttivo, in quanto la scrittura fruga nell'identità multipla della voce portante, ovvero nell'animo di una protagonista che si sdoppia orientando le battute verso zone oscure di sé, dialogando con interlocutori di comodo (un lui assente, una sedia, ecc.) che sembrano assomigliare ad un "io" diviso.
La regia mira a sottolineare, attraverso la prova d'attrice, il coraggio, la forza intuitiva, l'impensabile immaginazione delle donne.
La trama illustra un percorso terapeutico, un viaggio nella notte dei diversivi,dopo aver incassato l’abbandono del partner, e culmina nella vendita all’asta dei ricordi, oggetti d’affezione e Merce ormai pregressa da cui ci si deve staccare per razionalizzare la fine di un rapporto.
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