Terminus è la storia di tre personaggi: A, B, C. I tre monologanti danno vita a una storia comune grazie all’intreccio costruito dall’autore. Un intreccio che si scioglie solo alla fine. Come in un thriller. A, donna di 40 anni. Sola. Fa volontariato. Le prende dall’inizio alla fine. Non riuscirà a salutare B, sua figlia, un’ultima volta, se non reincarnata nel figlio della donna che per tutto il tempo cerca vanamente di salvare. B, donna di vent’anni. Depressa. Senza meta. Cade da una gru. Trova il senso delle cose nel trapasso. C, uomo di trent’anni. Serial killer. Vende l’anima al diavolo in cerca di un successo che troverà solo in punto di morte. Terminus è uno spettacolo delirante. E’ la Dublino suburbana scaraventata nella nostra periferia. Tre storie si intrecciano senza una ragione reale. Il gusto del pulp. Dello splatter. Del sovrannaturale. La violenza della città. Delle relazioni. Della solitudine. La violenza fine a se stessa. La presa in giro della violenza. Angeli. Diavol
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Regia:
Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Valeria Rai
Autore:
Mark O’Rowe