Sperimentare un'umanità abbagliante, affascinante… assordante. Non distinguere i corpi che affiorano da queste masse in movimento, slanci arcaici. In Tragédie, Olivier Dubois ci porta in una «sensazione del mondo» piuttosto che in una coreografia. Il solo fatto di essere uomini non fa l'umanità, ecco la tragedia della nostra esistenza. Poiché l'umanità emerge dentro i corpi, dentro le pressioni telluriche nate dal passo di ciascuno, dal nostro impegno cosciente e volontario.
Messi a nudo per incarnare il corpo originale, nove donne e nove uomini ci presentano i loro corpi, un corpo sbarazzato da condizionamenti storici, sociologici, psicologici… creando infine un coro di un corpo/canto glorioso. Camminano, si rialzano, procedono prima con un movimento di incessanti andirivieni, poi battendo sul pavimento facendo del passo il gesto fondamentale della loro volontà.
Olivier Dubois firma una pièce chiara, ossessiva, ipnotica in cui nel movimento perpetuo, queste donne e questi uomini si fo
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