Olivier Dubois descrive il suo Tragédie come un'esplorazione del divario tra l’essere semplicemente essere umani e l’abbracciare la nostra piena umanità. Sulla carta, le sue idee si vestono con la purezza della filosofia di Nietzsche e la tragedia greca; sul palco i suoi diciotto ballerini si esibiscono indossando superbamente il costume più semplice e tragico, la loro nudità.
Dubois utilizza la nudità come un punto di partenza filosofico. Diciotto danzatori emergono in sequenza dal fondo buio del palco e camminano su e giù ordinati. Il palcoscenico è un grande spazio freddo e i ballerini sono imbiancati nel tentativo di annullarne l’individualità. Durante la prima mezz'ora, questi diciotto danzatori, uomini e donne, sono ridotti all'essenziale. Occupano il palco in una formazione a griglia, i volti inespressivi, i passi dettati dal ritmo di un tamburo implacabile. Eppure, per quanto minimale la coreografia, i ballerini impressionano con la loro individualità. Il loro impatto deriva in parte dalla loro mancanza di inibizione, in parte dalla loro ricca varietà umana. Anche se la nostra attenzione fluttua con la ripetizione del movimento, veniamo trascinati in una strana intimità fisica con i ballerini. Poi i singoli danzatori cominciano a deviare dalla rigida formazione iniziale, un gomito piegato, lo scuotere improvviso della testa, un salto, e con questi movimenti di base rapidamente acquistano personalità nell’esprimere stati d'animo, e si formano gruppi e quasi alleanze. In Tragédie il coreografo francese Olivier Dubois si propone di esplorare la condizione umana, sembra che Dubois voglia trasmettere come l'umanità si evolve attraverso il gesto, il linguaggio e la civiltà.
Questa coreografia rimane ostinatamente fissa su un'estetica della ripetizione prolungata. Tragédie segue deliberatamente modelli classici poi i ballerini, perfetti, impeccabili, fissi in pose angoscianti, come modelli per un quadro, erompono in movimenti in modo crudo, quasi di catarsi dionisiaca.
Con diciotto danzatori Dubois ottiene un'empatia insolita, splendidi effetti di massa, energia libera, e tuttavia la distinzione di ogni individuo e la parata quasi marziale si trasforma in onda umana, in un terremoto annunciato, è la vita sotto silente pressione che esplode senza preavviso. Tragédie dipana la versione in marmorea carne di una serie di dipinti in bianco e nero, senza insistere su nessuno.Dubois con questo grande spettacolo di danza, forte e urgente ci mostra un’umanità alienata.
Tragédie è prima di tutto un grande spettacolo di danza che cattura con un taglio estetico ed emozionale drastico, e ovviamente la serata si conclude con una standing ovation per questa coreografia frenetica e per il suo ideatore.
Danza
TRAGéDIE
La Tragedia Umana di Olivier Dubois
Visto il
03-10-2015
al
Municipale Romolo Valli
di Reggio Emilia
(RE)