Uno sguardo estraneo ovvero come la felicità è diventata una pretesa assurda ha avuto fin dall'inizio l’obiettivo di indagare, attraverso la performatività del linguaggio, il rapporto dell’uomo con la felicità: come questa sia legata alla concezione del tempo, alla memoria e alla relazione con gli oggetti con i quali si condivide la propria quotidianità. La percezione del tempo da parte dell’individuo determina uno slittamento del concetto di felicità, una spersonalizzazione e una conseguente frammentazione del sé.
Dei temi detti non è semplice parlare: sono questioni a proposito delle quali mi interrogo da anni. La linea guida di questo lavoro è il testo della Müller Oggi avrei preferito non incontrarmi. La scrittura di Herta Müller si compone di una sovrabbondanza di immagini, la lingua viene usata come un collage o un affresco.
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Regia:
Paolo Costantini
Protagonista:
Evelina Rosselli, Rebecca Sisti
Produzione:
La Biennale di Venezia
Autore:
Linda Dalisi
Durata:
90 minuti
Numera atti:
1
Anno di produzione:
2020