Inizio della costruzione del Teatro, per volontà di un gruppo di azionisti privati: la progettazione venne affidata all’architetto Nicolò Bruno (Sanpierdarena, 1833-1899), che portò a termine i lavori in meno di un anno, realizzando uno spazio teatrale che per oltre un secolo è stato testimone della vita culturale ed artistica e della storia di Trieste. L’imponente edificio situato alla fine del Viale dell’Acquedotto (ora Viale XX Settembre) - una zona abbastanza centrale, all’epoca in espansione - appartiene stilisticamente all’Eclettismo ed è caratterizzato da forme eleganti, definite addirittura neo-rinascimentali.
Fin dall’inaugurazione, avvenuta il 27 aprile 1878 con il balletto “Pietro Micca”, il Rossetti fu apprezzato per l’enorme capienza (5.000 posti nell’800, poi ridotti circa a 1500 fra platea, palchi e due ordini di gallerie), per la bellezza della sala e del Foyer, per la sistemazione del golfo mistico, e per la cupola che poteva essere aperta nelle sere estive; furono invece criticati i materiali poveri usati da Bruno, l’arredamento un po’ scarno nonché le eccessive dimensioni del palcoscenico. Ceduto al Comune, il teatro divenne un importante polo della cultura cittadina ed ospitò, come suggerisce il termine “politeama”, manifestazioni dei generi più disparati: dalle stagioni liriche alle operette, dalle serate futuriste agli spettacoli di rivista, dalla programmazione cinematografica alla prosa, ma non mancarono neppure esibizioni di acrobati, lottatori, domatori, ginnasti, cavallerizzi ...
Nel 1969 si diede un concerto inaugurale e fu organizzata la prima stagione di prosa. La gestione del Politeama, affidata dal Lloyd al Comune di Trieste, fu subito delegata al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che da allora vi svolge con successo la propria attività.