Guardare ed essere guardati: la percezione dello sguardo sugli altri e su di noi. Liv Ferracchiati esplora il rapporto tra morte e creazione nella nostra contemporaneità, rielaborando l’idea di contemplazione al centro del celebre romanzo di Thomas Mann. Un incontro deflagrante fra parola e danza basato sullo sguardo: sul guardare e l’essere guardati. Tadzio – l’Opera d’Arte – è rappresentato attraverso il corpo danzante di Alice Raffaelli, personificazione della bellezza, del dionisiaco in eterna lotta con il rigore apollineo incarnato dalla figura dello scrittore Gustav von Aschenbach.
La morte a Venezia
Libera interpretazione di un dialogo tra sguardi
ispirato a La morte a Venezia di Thomas Mann
drammaturgia e regia di Liv Ferracchiati
con Liv Ferracchiati e Alice Raffaelli
movimento Alice Raffaelli
dramaturg Michele De Vita Conti
aiuto regia Anna Zanetti / Piera Mungiguerra
assistente alla drammaturgia Eliana Rotella
scene Giuseppe Stellato
costumi Lucia Menegazzo
luci Emiliano Austeri
suono spallarossa
voce di Tadzio Weronika Młódzik
consulenza letteraria Marco Castellari
produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, Marche Teatro, Teatro Stabile dell’Umbria, Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
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