È stato il “principe” della critica teatrale italiana, vera e propria eminenza grigia di festivals, premi e rassegne, che senza la sua autorevole presenza saranno tutti orfani di un’importante guida nell’individuare emergenze di un’arte sempre meno aperta al nuovo. Franco Quadri è morto la notte scorsa a Milano all'età di 74 anni. Ha attraversato la seconda parte del secolo scorso partendo dalla rivista Sipario, attualmente il più antico organo di informazione teatrale, in cui, negli anni ’60 fu caporedattore, per poi passare, fino alla metà degli ’80 alla rivista Panorama, dalla quale andò via per essere il critico teatrale de La Repubblica, quotidiano per il quale ha scritto l'ultima recensione nel gennaio scorso sullo spettacolo “Il misantropo” di Molière. Ma, come abbiamo già scritto, Quadri non fu solo un critico teatrale, ma anche un vero e proprio talent scout, avendo sempre privilegiato le nuove tendenze del teatro non solo italiano, come fece dal 1983 all'86 come direttore della sezione Teatro della Biennale di Venezia, e che ha fatto quale fondatore ed editore della più importante casa editrice dedita al teatro, la Ubulibri, che tuttora pubblica testi di autori emergenti, diffondendoli alla conoscenza dei rari ma esigenti lettori di teatro, nonché saggi di profondo spessore, ed il più dettagliato annuario dello spettacolo italiano, il Patalogo, che viene pubblicato dal 1979 e che raccoglie informazioni e fotografie sulle messinscene dell'anno trascorso e notizie sui maggiori festival teatrali italiani e stranieri. Alla Ubulibri è legato anche il prestigioso premio UBU, che individua ogni anno i nomi più interessanti della stagione appena conclusa, tenendo sempre conto dei giovani e delle nuove tendenze del nostro teatro. La sua attività non si è, però, limitata alla sola scena italiana, avendo collaborato anche con Le Monde, El Publico, ed essendo anche fondatore de l'École des Maîtres (nel 1990) ed uno degli organizzatori del Premio Europa per il Teatro collaborando con l'Unione dei Teatri d'Europa. È stato presidente della giuria del Premio Riccione dal 1995 al 2007, ed ha tradotto in italiano molteplici testi stranieri, tra cui spiccano quelli di Samuel Beckett pubblicati da Einaudi. Tra i saggi da lui curati, da ricordare quelli su Robert Wilson, Luca Ronconi, Jean Genet, Pina Bausch e sull’avanguardia teatrale europea in generale.
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