Ci voleva il ritorno di Roberto Bolle alla Scala e lo ha fatto in occasione della apertura della nuova stagione di danza della Scala in “Excelsior”, il balletto di Luigi Manzotti con la coreografia di Ugo Dell’Ara e la musica di Romualdo Marenco, che lo ha visto danzare in forma smagliante nel ruolo dello schiavo, al fianco di un’altrettanto splendente Alina Somova che rappresentava la civiltà.
A quanti avrebbero potuto dire che la ripresa di questo balletto del 1881 è una operazione un po’ datata, un ritorno al passato oggi senza alcun senso, hanno risposto invece le centinaia di giovani, a partire dai 6 anni fino ai 30, che hanno affollato la sala del Piermarini lo scorso 18 gennaio, in occasione dell’anteprima Under30 che ha registrato il sold out, al prezzo politico di 10 euro a biglietto.
Questo significa dunque che ormai la Scala non è più solo il tempio dell’opera, della danza e della musica appannaggio dei più privilegiati, ma è anche uno spazio aperto ai giovani. Del resto basta dare una occhiata a Twitter, per vedere come in occasione dell’anteprima giovani, l’interesse per il debutto dello spettacolo sia stato molto alto. La stessa Scala poi ha documentato tutta la serata attarverso Twitter.
Anche Roberto Bolle ha regalato ai suoi fan i primi backstage dell’opera. Attivissimo su Twitter, dove vanta oltre 40 mila follower, Bolle ha pubblicato foto del back stage ma anche brevi filmati delle prove, come il video di un passo a due. Immagini che raccontano il lavoro di un étoile quando il sipario è chiuso e gli abiti di scena sono appesi in camerino.
Su Twitter poi sono comparsi per l’occasione anche i primi commenti del pubblico.
"Scenografia eccezionale, costumi meravigliosi, musica allegra e, soprattutto, un’interpretazione magistrale di @RobertoBolle" è il giudizio di @imm_a. "Roberto Bolle e Alina Somova emanavano grazia e perfezione senza sforzo", scrive @RozenLylac. E ancora: “E' un trip incredibile per costumi e scenografie allegoriche. E c’è sempre un sacco di gente ovunque”.
L’Excelsior, costruito su quadri che ripercorrono tutte le invenzioni dell’Ottocento, dalla nave al ponte di ferro fino all’elettricità e al telegrafo, è infatti una coreografia pomposa, con scene e costumi sontuosi. Un perfetto esempio del “gran ballo all’italiana”. Oggi rappresenta per i giovani e i meno giovani una iniezione di ottimismo, una festa allegorica popolata da personaggi positivi in lotta con contro l’Oscurantismo.
Quello di ieri come quello di oggi, che ci fa essere diffidenti verso le popolazioni delle altre etnie che incontriamo ogni giorno per strada e che all’epoca Manzotti metteva invece in scena, dai turchi agli spagnoli, dai francesi agli americani, con i loro costumi tradizionali, le loro bandiere, facendoli danzare tutti insieme al ritmo di un trascinate galop, abbreviazione appunto di galoppade o galopede, la danza diffusasi soprattutto nel diciannovesimo secolo in Francia e in Inghilterra che prende il nome dal francese “galoper”, in italiano galoppare, a causa del passo di danza movimentato introdotto negli anni venti del 1800 e che anticipava di una decina d’anni la polka.
Oltre ad esempi di galop nella prima scena del primo atto dello Schiaccianoci, uno dei galop più famosi e più trascinanti è proprio quello musicato da Romualdo Marenco per il balletto Excelsior.
Pubblico entusiasta dunque alla prima di questo Excelsior scaligero la cui premiére ufficiale si è tenuta lo scorso 20 gennaio con una splendente Marta Romagna nel ruolo del la Luce, la scattante Francesca Podini in quello della Fama, mentre l’intenso Massimo Garon era l’Oscurantismo, già interpretato in una scorsa edizione da Roberto Murru, mentre la sensuale danzatrice indiana era Sabrina Brazzo e la “folgorante” Folgore era Petra Conti.
Alla prima della Scala era presente anche il regista Filippo Crivelli che nel 1967 aveva formato questo allestimento insieme al coreografo Ugo Dell’Ara, a Fiorenzo Carpi che aveva curato l’elaborazione musicale e a Giulio Coltellacci, geniale ideatore dei costumi.
“Vidi il monumento innalzato a Torino in gloria del portentoso traforo del Cenisio - scriveva Luigi Manzotti nella sua presentazione di questo balletto – ed immaginai la presente composizione coreografica.
E’ la titanica lotta sostenuta dal Progresso contro il Regresso ch’io presento all’intelligente pubblico milanese. E’ la grandezza della Civiltà che vince, abbatte, distrugge pel bene dei popoli, l’antico potere dell’Oscurantismo che li teneva nelle tenebre del servaggio e dell’ignominia.
Partendo dall’epoca dell’Inquisizione di Spagna – continua l’autore – arrivo al traforo del Cenisio mostrando le scoperte portentose, le opere gigantesche del nostro secolo. Ecco il mio Excelsior che sottopongo al giudizio del colto pubblico milanese.”
Excelsior replica ancora alla Scala il 25 gennaio con due rappresentazioni, il 4, 8 e 9 febbraio