“Generazione Butoh: Kazuo Ono, la forza invisibile che indossa l’universo”è il titolo della conferenza che Maria Pia D’Orazi, docente di storia dello spettacolo alla Libera Accademia di Belle Arti di Roma, terrà sabato 1 marzo alle ore 11.30 al Museo di Santa Giulia di Brescia.
Il nuovo appuntamento con Maria Pia D’Orazi, che sulla danza Butoh ha scritto tra l’altro “Il corpo eretico” nel 2008, “Kazuo Ono” nel 2001 e “Butoh. La nuova danza giapponese nel 1997”, si inserisce nell’ambito del ciclo di incontri “Le storie della danza contemporanea” promossa da Container 12 dedicati ai grandi protagonisti della danza degli ultimi 50 anni e condotti da importanti critici della danza italiana.
Il Butoh giapponese, nato negli anni Settanta al confine tra danza e teatro, in realtà si riferisce a varie tecniche e forme di danza contemporanea ispirate dal movimento Ankoku-Butoh (ankoku=tenebre) attivo in Giappone negli anni '50.
Gli aspetti più tipici del Butoh sono la nudità del ballerino, il corpo dipinto di bianco, le smorfie grottesche ispirate al teatro classico giapponese, la giocosità delle performance, l'alternarsi di movimenti estremamente lenti con convulsioni frenetiche. Non esiste una messa in scena tipica del butoh. Le sue origini vengono fatte risalire a Tatsumi Hijikata e appunto a Kazuo Ohno. (1906 -2010) che resta comunque il simbolo e la leggenda di questa danza.
La sua visione è stata quella di un corpo che si rifiuta dall’essere strumento di comunicazione per arrivare a mostrare semplicemente se stesso.
Museo Santa Giulia di Brescia 1 marzo ore 11.30