La mostra presenta solo opere sicure quanto all'attribuzione: Caravaggio è stato un pittore non prolifico, al quale negli ultimi cento anni gli storici dell'arte hanno attribuito nuove opere basandosi su documenti di archivio o testimonianze pubblicate in libri antichi; altre volte invece l'attribuzione è stata fatta sulla base dell'analisi dello stile, provocando dibattiti.
Nella sua breve vita Caravaggio ha dipinto per una quindicina di anni. Nato a Milano nel 1571, Michelangelo Merisi studiò pittura alla scuola di Simone Paterzano, a sua volta allievo di Tiziano Vecellio, ma a Milano non lasciò nessuna opera. Probabilmente si trasferì a Roma nel 1592, lavorando i primi otto anni solo per committenze private, benchè socialmente importanti. A differenza di altri, Caravaggio non realizzò affreschi, tranne uno con la tecnica dell'olio (e non dell'affresco) nello studio di uno dei suoi primi committenti, il cardinale Francesco Maria Del Monte nel Casino (oggi) Ludovisi, raffigurante Giove, Nettuno e Plutone.
La mostra è piccola ma dà un'idea precisa della carriera di Caravaggio e soprattutto della sua rivoluzione nel modo di dipingere il vero. Tre le sezioni della mostra, cronologiche ma esposte intrecciate: la giovinezza (1592/1599), opere esposte su sfondo verde; il successo (1600/1606) opere esposte su sfondo rosso; la fuga (1606/1610) opere esposte su sfondo grigio scuro. Il percorso prosegue poi nelle chiese romane: Santa Maria del Popolo (Conversione di San Paolo, Crocifissione di San Pietro), Sant'Agostino (Madonna dei pellegrini) e San Luigi dei Francesi (Martirio di San Matteo, San Matteo e l'angelo, Vocazione di San Matteo).
Il percorso si apre con il Ragazzo con la canestra di frutta della Galleria Borghese, affiancato dal Canestro di frutta (conosciuta anche come la Fiscella) che può essere definita la prima natura morta dell'arte italiana e che Caravaggio inserirà anche nella Cena in Emmaus. Quindi il Riposo durante la fuga in Egitto della Galleria Doria Pamphilj, esempio di arte consolatoria. In questi anni Caravaggio è giovane e gli piace rappresentare i giovani dediti ai piaceri dell'esistenza, come i Musici del Metropolitan (arte che suggerisce pensieri complessi) e il Suonatore di liuto dell'Ermitage (la bellezza nelle cose umili).
Quindi la Conversione di Saulo di collezione privata, unico quadro su tavola (un legno di cipresso duro e stabile): il paesaggio sullo sfondo è raro in Caravaggio, qui unito a personaggi incombenti sullo spettatore, come se il cielo e la terra fossero vicini e “piccoli”. La voce “acceca” Saulo, che istintivamente si copre gli occhi, mentre Cristo, sorretto da un angelo, si sporge dal cielo quasi a toccarlo. Conferma di eccellenza tecnica è l'Incoronazione di spine di Vienna. Quando Caravaggio ebbe il primo incarico pubblico per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, la sua fama a Roma, fino a quel momento limitata a una cerchia di esperti, divenne immensa: nelle tre opere (in situ) il contrasto luce-ombra è esemplare. Sull'onda di quel successo dipinse la Deposizione dei musei vaticani, che ha un culmine in alto (le braccia aperte di Maria) e in basso (il braccio del Cristo): tra questi estremi le figure si dispongono secondo una semplice geometria.
La carriera di Caravaggio a Roma culmina con la Madonna dei Palafrenieri, dipinta per il loro altare in San Pietro in Vaticano. Il pittore era nel pieno successo, ma anche sopraffatto da intrighi e minacce, culminanti nell'uccisione di Ranuccio Tomassoni durante una partita di pallacorda. Colpito da condanna a morte, Caravaggio scappò da Roma e cominciò una vita errante tra Napoli, Malta e la Sicilia, dove trova una nuova giovinezza creativa, testimoniata dalla Adorazione dei pastori di Messina e dall'Annunciazione di Nancy.
Al piano superiore la visita inizia con Amor vincitore, una figura alle soglie dell'adolescenza che Caravaggio farà spesso. Poi Giuditta che taglia la testa a Oloferne (ispirata forse alla decapitazione di Beatrice Cenci nel 1599), dove raffigura Giuditta con le probabili fattezze di una prostituta sua amante. La Cena in Emmaus di Londra ha la canestra di frutta anzidetta e, insieme alla Cattura di Cristo nell'orto (alla National Gallery di Dublino) e al San Giovanni Battista (alla Pinacoteca Capitolina), fu eseguita su incarico del duca Ciriaco Mattei. La Cattura presenta mezze figure illuminate da una fonte di luce interna, una lucerna in mano ad un uomo col volto di Caravaggio; il Battista ha le sembianze di un angelo laico.
Nel Sacrificio di Isacco degli Uffizi è visibile un paesaggio raro sullo sfondo, il San Giovanni Battista di Palazzo Corsini è più adulto di quello di Kansas City. La Cena in Emmaus di Brera fu dipinta probabilmente per se stesso appena scappato da Roma e ritrae anziani in un clima raccolto e spento, una atmosfera malinconica e dolorosa, mentre nella precedente il Cristo era più giovane e la tensione emotiva più lieve.
L'ultimo periodo fu caratterizzato da intime e profonde meditazioni sui temi del sonno e della morte: l'Amore dormiente (Autografato sul retro) della Galleria Palatina di Firenze e il Davide con la testa di Golia della Galleria Borghese, dove si autoritrasse nella testa di Golia, egli vittima del bando capitale.
La mostra si chiude con l'Annunciazione di Nancy, l'opera più misteriosa e affascinante, esempio di equilibrio tra introversione e magniloquenza, commissionata probabilmente a Malta dal figlio naturale di Enrico di Lorena. Si prosegue poi nel centro storico, sulle tracce di Caravaggio.
Il catalogo, pubblicato da Skira, contiene la riproduzione di tutte le opere in grande formato, ciascuna accompagnata da una lunga scheda di presentazione. I saggi sono illuminanti del livello raggiunto dalla critica d'arte su Caravaggio a quattro secoli dalla scomparsa, avvenuta nel 1610 in Toscana, dove era sbarcato proveniente dal sud forse per tornare a Roma.
Roma, Scuderie del Quirinale, fino al 13 giugno 2010, aperta da domenica a giovedì dalle 10 alle 20, venerdì e sabato dalle 10 alle 22,30, ingresso euro 10,00, catalogo Skira, infoline 06.39967500, sito internet www.palazzoesposizioni.it
FRANCESCO RAPACCIONI
Teatro